La Pro Collegno e i valori di un calcio che non c’è più: l’intervista a Marco Patrizi

COLLEGNO – Spesso si sente dire che, il calcio moderno, non si identifica più nei valori di rispetto, cooperazione e appartenenza alla maglia. Tali valori hanno lasciato il posto al denaro, alla vita sui social e ai modelli negativi che circolano in rete ogni giorno. Ed è proprio in un mondo privo di valori e ideali che la filosofia della Apd Pro Collegno Collegnese, nota ai più con la Pro Collegno, tenta di distinguersi, portando avanti un progetto che insegni ai ragazzi ad essere prima che dei bravi calciatori, delle buone persone, in quanto i nostri piccoli atleti saranno i futuri uomini di domani.

Intervenuto ai microfoni di Piemonte Sport, Marco Patrizi, coordinatore tecnico della scuola calcio insieme a Savio Di Nardo, ci spiega la politica societaria: “Sono entrato a far parte del Team della Pro Collegno cinque anni fa, e la cosa che mi colpito è stata, oltre all’attaccamento ai colori, ai valori, che oggigiorno vediamo poco. Il calcio deve essere, oltre che uno sport, un qualcosa di positivo nella vita dei ragazzi”.

La realtà collegnese, infatti, cerca di essere presente nella comunità (complice anche l’aiuto del Comune di Collegno), nelle cause difficili presenti nella nostra società, Marco continua: “I nostri campi sono aperti tutti, non si può precludere lo sport a un bambino. I ragazzi, più comprendono quanto lo sport sia importante nella vita, meno si perderanno a livello sociale; teniamo anche all’educazione scolastica dei nostri atleti, incentivandoli allo studio”.

Una delle missioni intraprese dalla società, riguardo l’ambito scolastico, è la promozione dei valori sportivi direttamente nelle scuole del territorio. Oltre all’impegno fuori dal campo, la società si sta impegnando (a partire dalla stagione in corso), per rendere più efficiente e innovativo il centro di allenamento. “L’obiettivo è quello di costruire un campo a 11 in sintetico, in modo da garantire più spazi adeguati ai bambini. Abbiamo già ultimato la costruzione di due nuovi campi, rispettivamente per il calcio a 5 e a 9”.

Il viaggio fino alla convocazione in prima squadra, però, è assai lungo: vi sono infinite domeniche di mezzo, che possono condurre un giovane calciatore ad abbandonare la propria carriera prima dei 19 anni. Memore dell’impegno nella costruzione di valori legati all’attaccamento e alla passione sportiva, piuttosto che alla competizione tossica, la società ha avviato un progetto parallelo (Pro Collegno LAB), che consenta ai ragazzi di essere formati per diventare istruttori all’interno della società: “Questo progetto ha riscosso un discreto successo, è bello vedere sugli spalti bambini di 5 o 6 anni fare il tifo per il proprio Mister mentre è in campo”.

La filosofia della società collegnese punta a creare un ambiente di condivisione della conoscenza, della passione per la maglia e dei valori sportivi, offrendo a tutti un’opportunità di crescita nel mondo del calcio, sia da giocatori, sia da istruttori; Marco conclude: “Mio padre diceva sempre che ciò che si apprende, non va tenuto per sé, va trasmesso al prossimo. Sono nel calcio da molto tempo, ma ciò che mi ha arricchito di più sono i rapporti con le persone che ho incontrato lungo il mio cammino”.

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