Sofie Junge Pedersen sul campo di allenamento di Vinovo (foto juventus.com)

Tak, Sofie! La Juve saluta Pedersen, la calciatrice più internazionale d’Italia

A fine stagione le strade di Sofie Junge Pedersen e della Juventus Women si separeranno. Una notizia che era nell’aria già da tempo, con il rinnovo della centrocampista danese che tardava ad arrivare, e che ha trovato anche l’ufficialità in un lungo e sentito messaggio della società bianconera.

Pedersen è arrivata a Torino nell’estate 2018 dopo essere calcisticamente esplosa nei due club scandinavi più rappresentativi: le danesi del Fortuna Hjorring e le svedesi del Rosengard. Poi l’anno in Spagna con la maglia del Levante e l’intermezzo di qualche mese con il ritorno in Svezia al Vittsjo GIK. La classe 1992 è stato l’acquisto che più ha dato alla Juventus Women uno status internazionale. Una centrocampista totale dotata di un’intelligenza tattica che nel nostro campionato forse non si era mai vista.

Uno status che è stato apprezzato anche troppo tardi, il tempo di cambiare la sciagurata formula della UEFA Women’s Champions League togliendo l’immediata eliminazione diretta e passando ai gironi preliminari e poi a quelli di qualificazione ai quarti di finale. La cavalcata della Juventus Women nella Champions 2021/22 ha portato anche la firma della danese.

In cinque anni Pedersen ha vinto tutto quello che poteva vincere in Italia e proverà a chiudere trionfando nella finale di Coppa Italia allo Stadio Arechi contro la Roma neo campione d’Italia. L’ultimo non è stato l’anno migliore della danese, come quello di alcune sue compagne. La sua affidabilità non è però mai venuta meno: Montemurro le ha affidato le chiavi del centrocampo a tre che nell’ultimo periodo l’ha vista sempre presente in compagnia di Sara Gunnarsdottir e di Arianna Caruso. Questo in una stagione in cui all’occorrenza ha fatto anche il difensore centrale.

Pedersen è ancora una calciatrice indispensabile. Dietro al mancato rinnovo ci può essere un’altra squadra importante o la necessità della Juventus di rimescolare alcune carte dopo il primo Scudetto mancato. La danese è una perdita non da poco in casa bianconera. Cinque anni sono tanti e pieni di ricordi, Pedersen ne lascia dietro di sé molti e positivi: ogni palla recuperata, accarezzata, trattenuta per far salire la squadra, consegnata infine alle compagne. Qualche momento indelebile rimarrà per sempre: due su tutti.

24 marzo 2019

Si gioca la quart’ultima giornata di campionato. La Juventus, campione d’Italia, ha un punto di vantaggio sulla Fiorentina, tricolore due anni prima. L’Italia ha fondamentalmente scoperto il calcio femminile da pochissimo, i Mondiali in estate saranno la consacrazione, ma intanto l’arrivo delle professioniste maschili ha dato maggiore visibilità al movimento.

Per la partita che decide lo Scudetto si tenta il colpaccio: si gioca all’Allianz Stadium con l’obiettivo di riempirlo. Una cosa assurda. Fino a un paio di anni prima una partita di questo tipo avrebbe attirato poche centinaia di appassionati. In quella primavera appena iniziata invece succede qualcosa di magico: all’Allianz si presentano 39.027 persone, un numero che sancisce il record di presenze italiano per una partita di calcio femminile.

La partita si rivela bloccata ma non noiosa. La fortuna non è dalla parte di Cristiana Girelli che colpisce la traversa in due occasioni. Le bianconere rischiano di capitolare con il siluro di Alia Guagni, ma anche in questo caso il montante alto dice di no. Al minuto 83 Lisa Boattin lascia partire l’ennesimo cross dalla trequarti sinistra a cercare la solita Girelli. Il portiere viola Francesca Durante esce malissimo e il pallone la supera. Anche Girelli è sorpresa dall’errore, ma un paio di metri più avanti si trova Sofia Junge Pedersen che di testa insacca il pallone che consegna di fatto il secondo Scudetto della sua storia alla Juventus.

L’impegno ambientalista

Le immagini di quel gol vengono trasmesse per settimane. Pedersen che la mette dentro con il 14 sulle spalle. Un numero che terrà fino all’estate 2022 quando lo cambierà con il 2. Perché? La danese è impegnata nell’ambito della sostenibilità ambientale. Il cambio numero è in riferimento all’Accordo di Parigi del 2015 che ha fissato come obiettivo quello di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre industriali, per ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici.

L’impegno di Pedersen è costante, tanto che nello scorso ottobre ha anche tenuto una lezione alle proprie compagne di squadra sull’importanza delle azioni collettive e individuali per contenere gli effetti del riscaldamento globale. La danese è diventata la prima calciatrice ad essere premiata con l’eBay Values Award, istituito dalla stessa azienda insieme alla FIGC e alla Bocconi di Milano.

Il messaggio della Juventus a Sofia Junge Pedersen

Sono stati cinque anni straordinari quelli vissuti in bianconero da Sofie Junge Pedersen.

Cinque anni fantastici e probabilmente irripetibili.

Cinque anni ricchi di successi e con pochissime delusioni che, in ogni caso, sono servite come ulteriore step di crescita.

Dalla prossima stagione Sofie non vestirà più la maglia della Juventus Women, una divisa che ha indossato con passione e senso di appartenenza dal primo giorno in cui è arrivata a Torino, il 27 dicembre 2018.

Da quel giorno è nata una fantastica storia d’amore con i colori bianconeri che le hanno permesso di togliersi tantissime soddisfazioni. Per lei, infatti, parlano i numeri: da quando è diventata una giocatrice della Juventus, Sofie ha sempre vinto almeno un trofeo – nove per la precisione dalla stagione 2018/2019 – e quest’anno cercherà di confermare questa speciale statistica provando a vincere la finale di Coppa Italia che si giocherà il 4 giugno a Salerno contro la Roma.

Pedersen, e questo è indubbio, resterà per sempre nella storia di questo Club. Quel gol segnato all’Allianz Stadium contro la Fiorentina, il primo in assoluto, rimarrà indelebile nella memoria di tutti noi. Una rete iconica, non soltanto perchè è valsa – di fatto – lo Scudetto, ma anche e soprattutto per il valore simbolico. È stata, infatti, la prima rete segnata in quel palcoscenico dalla Juventus Women. Allianz Stadium che, nelle stagioni successive, è diventato il teatro di tante sfide europee delle bianconere in UEFA Women’s Champions League.

Il gol citato sopra, però, è solo uno dei tanti momenti in cui il suo apporto alla squadra è stato fondamentale. Non sempre con i gol, anzi, più spesso lavorando quasi nell’ombra. Sofie ha giocato 117 partite – tenendo in considerazione tutte le competizioni – con la Juventus e attualmente si trova al nono posto nella classifica delle giocatrici con più presenze con la maglia bianconera.

Numeri speciali perchè realizzati da una giocatrice e, in primis, da una donna davvero speciale.

E la stagione, come già sottolineato, non è ancora finita.

Noi, intanto, ti ringraziamo e ti auguriamo il meglio per il futuro!

Tak, Sofie!

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