Gianni Agnelli, vent’anni fa l’ultimo saluto al capitano dell’industria: dalla Fiat alla Juve, un personaggio storico

TORINO – Oggi, 24 gennaio 2023, sono trascorsi 20 anni dalla morte di Gianni Agnelli, o l’avvocato, come veniva interpellato per essere distinto dal nonno, fondatore della Fiat. Venuto a mancare il 24 gennaio 2003 all’età di 82 anni, Gianni è stato un imprenditore e politico italiano, principale azionista e amministratore al vertice della FIAT. Ha rappresentato in tutto il mondo un modello a cui ricondurre tutti i sogni e le passioni italiane, tra cui anche quelle sportive: Juventus e Ferrari. E’ stato ambasciatore del Made in Italy perseguendo una politica estera talvolta precursore di quella istituzionale, tentando di internazionalizzare la FIAT. Si pensi all’introduzione della fabbrica d’auto a Togliattigrad (in onore del leader storico del Pci Palmiro Togliatti, ndr) in URSS nel 1966. Definito l’”affare del secolo”, consentì a migliaia di italiani e di sovietici di attraversare la cortina di ferro andando rispettivamente a Togliatti e a Torino per lavorare e intessere una grande rete di rapporti professionali e non solo.

La Fiat

Agnelli guidò la Fiat, la casa automobilistica torinese fondata a sua volta dal nonno paterno, Giovanni. Presiedette la casa torinese dal 1966 al 1996, anno in cui lascerà formalmente la guida a Cesare Romiti, sebbene proseguirà con gli affari di famiglia.

La politica

Attento anche alla politica nazionale e alle evoluzioni economiche e sociali del bel Paese, fu nominato, come il nonno, il 1° giugno 1991 dal Presidente Cossiga senatore a vita per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha ricordato con un intervento sul quotidiano Repubblica, per il suo carisma e la sua leadership, definendolo “ambasciatore di una Italia animata da spirito di innovazione e dinamismo“.

Le lotte sindacali

Agnelli fu inoltre presidente dell’associazione degli industriali italiani. Un ruolo chiave durante il cosiddetto “autunno caldo” (1969-70) segnato dalle lotte sindacali operaie. Grazie al suo ruolo da intermediario, Agnelli riuscì a sviluppare un dialogo costruttivo tra le parti sociali, legando il suo nome a passaggi cruciali nelle relazioni sindacali. Il presidente infatti fu uno dei promotori e firmatari del un nuovo contratto dei lavoratori che prevedeva, tra le altre: l’Inquadramento Unico su sette livelli per operai, intermedi e impiegati; le 150 ore di diritto allo studio; quattro settimane di ferie per tutti, 39 ore settimanali per il settore siderurgico e 16.000 lire di aumento uguale per tutti dei minimi retributivi.

I grandi amori

Definito l’ultimo capitano dell’industria in Europa, Agnelli (nato il 12 marzo 1921 a Torino) resterà indimenticato per tante delle sue sfaccettature: come la sua leadership e il suo stile inconfondibile e imitato, come il blazer blu abbinato ai jeans scoloriti al punto giusto e l’amore folle per la Ferrari e la Juventus. Proprio della Vecchia Signora, Agnelli ne fu presidente dal 1947 per quasi 50 anni, durante i quali fece vivere un’epoca d’oro ai più appassionati: 15 scudetti, 6 Coppe Italia e la vittoria delle 5 coppe internazionali dell’epoca (Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Supercoppa europea, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale).

La commemorazione

Domani, 25 gennaio 2023, l’avvocato sarà commemorato presso l’Auditorium Lingotto con il concerto del fenomeno della tastiera Yuncha Lim. “La figura di Giovanni Agnelli – sottolinea Lingotto Musica – fu centrale anche nel processo di riconversione in centro polifunzionale dell’ex stabilimento industriale della Fiat e nella conseguente nascita della rassegna de I Concerti del Lingotto firmata da Francesca Gentile Camerana nel neonato Auditorium di Renzo Piano“.

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