IVREA – Ci risiamo, è successo di nuovo: l’ennesimo episodio di indifferenza nei confronti del calcio femminile è sotto gli occhi di tutti. Questa volta a far sentire la propria voce è la prima squadra femminile dell’Independiente Ivrea, militante nel campionato di Serie C, che ha scelto di denunciare pubblicamente quanto accaduto nel corso degli ultimi mesi.
La protesta ha preso forma sia sul terreno di gioco, in occasione dell’ultima gara di campionato, sia attraverso una lettera scritta dalle calciatrici e inviata in esclusiva ai canali di Piemonte Sport.
Il motivo? La decisione, fortemente contestata, della nuova proprietà — subentrata a stagione in corso — di trasferire l’intera attività sportiva in Lombardia. Una scelta che, stando alla versione delle atlete, non solo smentisce le promesse fatte in precedenza, ma ignora completamente il lavoro svolto negli anni sul territorio piemontese.
Emblematica la frase apparsa su uno striscione esposto a bordo campo:
“Il calcio è di tutti, ma non per noi di Ivrea. Inclusività a senso unico, direzione: Caronno. Indep-END-iente.”
Una protesta simbolica ma profonda, che mette in evidenza il senso di abbandono e la delusione di un gruppo che ha fatto del progetto sportivo un pezzo importante della propria vita e della propria carriera sportiva.
La lettera delle calciatrici
“Grazie, Independiente, per questi sei anni meravigliosi!
Sono stati anni di crescita personale e calcistica. Ci hai arricchite di esperienze, ci hai permesso di coltivare nuovi rapporti umani, ci hai avvicinate a nuove realtà e ci hai fatto confrontare con squadre in tutta Italia.
Ci hai permesso di crescere come squadra, di affrontare problemi e risolverli, di unirci sempre più verso un obiettivo comune. Quest’anno ci hai messo davanti a una sfida difficile: una nuova società subentrata in corso, nuovi compromessi, nuovi sacrifici, lunghe distanze. Uno sforzo che NON verrà ripagato.
Questa nuova società, che ha riscattato il nostro nome, sposterà tutto a Caronno, rendendo vani i progressi raggiunti e costringendo un settore giovanile, costruito negli anni con grandi sforzi e difficoltà, a proseguire il proprio percorso lontano dalla positiva influenza di una prima squadra. Con questo trasloco societario muore un altro pezzetto di calcio femminile in Piemonte, regione già fortemente segnata dagli ingenti costi che questi campionati, senza assicurare un ritorno diretto, comportano.
Abbiamo portato a termine un campionato tra molte difficoltà, pretendendo poco o nulla, chiedendo per lo più trasparenza e sincerità. Quando abbiamo domandato informazioni sul nostro futuro, ci è stato risposto, con molta calma, che al termine del campionato avremmo saputo qualcosa. Ma tutto ci aspettavamo, tranne di essere declassate a squadra B di una società che, mentre noi continuavamo a fare enormi sacrifici su più fronti, si impegnava a formare una nuova squadra, contattando altre ragazze e “dimenticandosi” di avere già un gruppo esistente.
Oggi, la proposta per la prossima stagione è quella di continuare ad allenarsi sul territorio e disputare un campionato nella categoria più bassa del calcio femminile piemontese.
Alcune di noi smetteranno, altre cercheranno a fatica un’altra squadra, e ad altre verrà sicuramente proposto di continuare a Caronno. Il futuro è incerto per molte, ma l’unica cosa certa è che se il calcio è per tutti, per noi di Ivrea non lo è più.
Sono stati sei anni meravigliosi ed è così che li ricorderemo!”
Con la decisione di trasferire la squadra a Caronno, si spegne un’altra luce nel panorama del calcio femminile piemontese. Un addio che pesa, non solo per chi lo vive da protagonista, ma per un intero movimento che continua a lottare contro l’indifferenza.
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