Marcello Tirrito e i tabù legati al mondo della preparazione atletica nel mondo del calcio

TORINO – Per gli ultimi romantici, l’idea del calcio non viene solo associata alle vittorie o ai trofei spesso, il  calcio più romantico e nostalgico, viene rappresentato da personaggi che si sono distinti per le loro giocate, diventando icone e leggende senza tempo. Il calcio di oggi, è sicuramente composto da un grande spettacolo con giocatori e giocatrici talentuosi, ma l’ottima tecnica non è più un fatto assoluto nella carriera di un calciatore: serve costanza, allenamento, preparazione fisica, oltre che al semplice lavoro tattico.

Non sta a noi giudicare se il calcio abbia perso, o perderà, per fascino romantico dominato dal genio e sregolatezza, ma non possiamo non ammettere il cambiamento dei tempi, e della necessità di integrare l’allenamento fisico al pari di quello tecnico, in primis per la prevenzione di infortuni rovinosi, sempre più frequenti sul rettangolo verde.

Marco Tirrito, allenatore in seconda e preparatore atletico della prima squadra del Torino Women, è intervenuto ai microfoni di Piemonte Sport per sfatare il tabù legato alla figura professionale per preparatore. “Lavoro da 28 anni nel mondo dell’allenamento e sono sono inerito nel contesto calcistico dal 2011: ho il patentino UEFA B, ma sono un preparatore atletico professionista, oltre che un docente di educazione fisica e di formazione sportiva presso ‘la formazione sportiva’, dove mi occupo principalmente di Master rivolti a preparatori atletici e allenatori, dando informazioni circa la struttura di un allenamento“.

Tirrito, continua la sua presentazione parlando di come si è inserito nel mondo del calcio: “Nel 2013, sono stato preparatore atletico nel settore giovanile della Juventus,; nel corso di questa esperienza bianconera ho avuto l’opportunità di lavorare con campioni quali Pogba e Buffon. Successivamente, mi sono trasferito al Torino lavorando con la categoria U14, vincendo il campionato, ma il momento più importante della mia carriera, è stato vincere il campionato italiano con la Beretti (Torino FC) nel 2019.

Ora, sono l’allenatore in Seconda nel Torino Women, e il mio ruolo è quello di allenare le ragazze proprio sullo sviluppo della parte atletica

Tirrito, prosegue l’intervista spiegando il concetto distorto che si ha legato all’allenamento della forza fisica:  “Un concetto estremamente poco diffuso nei programmi di preparazione, è l’interpretazione che si dà negli allenamenti dello sviluppo della forza: il tutto non solo rende la programmazione più agevolata, ma previene anche gli infortuni che possono intercorrere durante la stagione; quest’anno, abbiamo terminato le partite senza infortuni in rosa“.

Sempre in merito al concetto di allenamento volto al miglioramento della condizione propria della forza fisica, il tecnico Tirrito ci racconta una settimana-tipo che andrebbe sostenuta non solo tra i professionisti, ma anche nelle categorie dilettanti: “Molti pensano che gli allenamenti più faticosi, vadano effettuati una o due volte a settimana in sessioni differenti; questo concetto va distrutto, perché dobbiamo sviluppare le qualità fisiche secondo una programmazione basata sulla multifrequenza: a disposizione di tre sedute di allenamento, ad esempio, vanno inserite tutte le qualità fisiche all’interno di ogni seduta, cercando di organizzare l’allenamento con sessione tecnico-tattiche.

Il preparatore conclude il suo intervento spiegandoci quelli che, secondo la sua esperienza professionale, sono gli elementi che spingono la maggior parte delle società dilettantistiche ad avere dei tabù nei confronti della figura del preparatore atletico: “Si ha ancora la mentalità prevalente degli anni Sessanta: si dava, e si dà, maggiore spazio alla componente tecnica e tattica, e meno a quella fisica; questo deriva, di fatto, da un’ignoranza culturale alla base, perché è un limite tutto italiano, e lo vediamo da come vengono trattati i professionisti del settore: la maggior parte viene allontana” . Tirrito continua: “Bisogna entrare nell’ottica che, come in ogni luogo, ognuno ha il proprio compito e annesse competenze: l’allenatore allena, il preparatore atletico prepara il giocatore e la giocatrice a livello motorio. Allenare la forza, consente di aumentare non solo le abilità motorie, ma anche la muscolatura e la coordinazione in generale. Un consiglio agli addetti ai lavori? Fidarsi della nostra figura e della nostra professionalità“.

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