L’amore per la corsa, la nazionale e i problemi alimentari: la storia di Alessia Scaini, tra resilienza e passione

OULX – Il mondo delle corse in montagna è, purtroppo, poco conosciuto tra le fila degli italiani, ma tra sentieri tortuosi e picchi maestosi, emerge la storia di Alessia Scaini, ulcense classe ‘99, che ha affrontato la sua personale battaglia tra la passione sportiva e il difficile percorso contro l’anoressia.

Alessia, si racconta ai microfoni di Piemonte Sport, trasportandoci in un viaggio che inizia più di dieci anni fa: “La passione per la corsa l’ho ereditata dal mio papà, che per tanti anni ha praticato la corsa in montagna a livello agonistico, vincendo molte gare. Ho iniziato a partecipare alle gare della scuola in prima media ed è stato amore a prima vista; ho iniziato gli allenamenti in seconda media, passando dalla corsa campestre alla corsa in montagna, che non ho mai più lasciato”.

Fin da subito, la giovane Alessia ha dimostrato estremo talento nella disciplina, che le è valsa la prima maglia azzurra nel 2016, in occasione del Mondialino Allievi di corsa in montagna, continua: “Vestire la maglia azzurra è un’emozione difficile da spiegare, e ho avuto l’onore di indossarla in molteplici occasioni quali campionati europei e mondiali. Questa maglia ti permette di conoscere un vero e proprio mondo con cui condividere passione e amicizia; amicizie che, nel corso degli anni, si sono trasformate in rapporti umani che andavano oltre la gara”.

Tuttavia, l’ossessione per l’eccellenza atletica si è trasformata in un vero e proprio nemico interiore: “Nel 2017, mi sono ammalata di un disturbo alimentare che mi ha costretta ad allontanarmi dagli allenamenti e dalle competizioni. Dopo un breve periodo di ricovero presso una clinica specializzata in disturbi alimentari, avvicinarmi nuovamente al mondo della corsa non è stato facile: avevo paura, in quanto esso è stato il mezzo che mi ha condotta a perdere molto peso. Sono arrivata ad odiare questo sport, perché lo consideravo la causa di quel periodo buio della mia vita, ma in cuor mio sapevo che non avrei potuto rinunciare alla mia passione”.

La storia di Alessia, non si circonda solamente di una narrativa oscura; infatti, la valsusina ha ritrovato la passione e l’amore per la corsa aiutando il suo allenatore con i più piccini. Una carriera, quella di Alessia, fatta di costanti podi e tante medaglie, ma la vetta più importante è giunta con la vittoria contro il disturbo alimentare, che le ha valso la (ri)conquista della maglia della nazionale: “La mia stagione migliore è stata il 2018, anno in cui ho conquistato il quarto posto e la medaglia d’oro a squadre ai Campionati Europei in Macedonia, cui è susseguito un quarto posto e la medaglia d’argento a squadre ai Campionati Mondiali in Andorra. Il risultato più prestigioso ed emozionante della mia carriera, l’ho ottenuto nel luglio del 2019 (mio primo anno da under 23 nella categoria assoluta), in cui sono riuscita ad entrare nella top 10 e a conquistare la medaglia d’oro a squadre ai Campionati Europei di Zermatt”.

Il viaggio di Alessia continua fuori regione, in Trentino, dove ha deciso di trasferirsi nel 2022 per lavorare come tecnico della riabilitazione psichiatrica, in una comunità terapeutica per minori e giovani adulti: “Ai ragazzi con cui lavoro cerco di trasmettere l’importanza di uno stile di vita sano, sottolineando quanto lo sport sia vitale nelle loro vite”.

Alla domanda su cosa Alessia veda nel suo futuro, risponde: “Nel mio futuro vedo tanta voglia di correre e gareggiare (ancora con qualche maglia azzurra), divertendomi con le persone a cui voglio bene”. La storia di Alessia è un inno alla forza interiore e alla resilienza, insegnandoci che, anche nelle valli oscure della vita, è possibile risorgere verso nuove e luminose vette.

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