Rubiana, il volo solo andata per Los Angeles e il calcio: il sogno americano del 23enne Emil Antonacci

RUBIANA / LOS ANGELES – Si sa, il sogno americano fa gola ai cittadini europei, che vedono nel nuovo continente non solo la speranza di un futuro migliore, ma anche la condivisione di valori quali il duro lavoro, il coraggio e la determinazione. Lo sa bene il 23enne rubianino Emil Antonacci, che potrebbe essere identificato come il protagonista della celebre canzone di Renato Carosone in ‘Tu vuò fà l’americano’. Dopo aver trascorso le giovanili nelle società di Bvs, Lascaris, Collegno Paradiso, Juventus e Pro Vercelli, Emil, decide di armarsi di bagagli, coraggio (e un pallone), volando oltreoceano verso la lontana America.

Ad un certo punto della mia carriera, mi sono reso conto che non avrei vissuto di calcio quando una professoressa, durante il liceo, mi disse che avrei dovuto scegliere tra gli allenamenti e lo studio – racconta ai microfoni di Piemonte Sport Emil Antonacci – Non volevo rinunciare alla mia istruzione e alla passione così, nel 2019, attraverso il progetto ‘College Life Italia’, ho ottenuto una borsa di studio per giocare e studiare alla Maryville University (St. Louis, Missouri). Una volta conseguita la laurea, mi è stata offerta la possibilità di frequentare un prestigioso Master alla California State University (Los Angeles, California); allo stesso tempo, avrei giocato nella squadra (una delle più rinomate degli Stati Uniti)”.

I successi oltremare di Emil sono invidiabili, vincendo in soli quattro anni sette trofei di squadra e quattro premi individuali; ma ciò che ha arricchito il palmares del rubianino è, soprattutto, la lezione di vita che ha tratto da questa esperienza così lontana da casa: “Devo tanto al calcio, ma questi anni sono stati un qualcosa che vanno oltre il semplice giocare a pallone: ho vissuto da solo lontano da casa, ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo, ho viaggiato e ho imparato nuove lingue; questo ha cambiato in positivo la mia visione della vita”.

Per quanto questa storia sia ambientata a Los Angeles, la sceneggiatura non è certo quella fiabesca di un film hollywoodiano, infatti, non sono mancati i momenti di difficoltà: “Sono molto affezionato alla mia famiglia: la distanza mi ha costretto a essere assente per compleanni, eventi e, soprattutto, nei momenti di difficoltà dei miei cari; anche la lingua, inizialmente, è stata un blocco, poiché non mi ha permesso di esprimere la mia vera personalità. Conosco molte persone che non hanno retto la troppa solitudine”.

Alla domanda su cosa Emil veda nel suo futuro una volta terminato il Master a Los Angeles risponde: “Al momento non c’è nulla di concretizzato, mi ritengo una persona fortunata, ho conosciuto persone che mi hanno aiutato nel mio percorso e sono cambiato radicalmente. Mi piacerebbe lavorare nell’industria sportiva, in particolare nella lega professionistica di Baseball MLB (Major League Baseball)”.

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