Addio all’Aviglianese Women, era nata solamente a marzo 2021: “Pochi fondi e interesse”

AVIGLIANA – Ennesima pagina nera per il calcio femminile, che si trova ad essere nuovamente in fondo alla classifica (calcisticamente parlando), in termini di interesse e investimento. Lo sa bene l’Asd Aviglianese Women, che era pronta a ripetere l’entusiasmante stagione dello scorso anno, ma che si è vista costretta ad abbandonare il progetto, iniziato solo nel marzo 2021.

Sulla questione, è intervenuta una delle fondatrici della squadra (nonché capitana in molteplici occasioni) Francesca Anastasi, che ai microfoni del podcast ‘Catch the Fox’, ha commentato la vicenda: “Ho giocato in molteplici società nel corso della mia carriera e il risultato, nei confronti del calcio femminile, è sempre lo stesso: le premesse sono entusiasmanti, ma poi alla fine le ragazze vengono abbandonate a loro stesse per mancanza di fondi, ad Avigliana (dopo un inizio in cui la società ci ha dato a disposizione tutto il necessario per affrontare la stagione nel migliore dei modi), ci è stato richiesto un contributo che, a fronte della mia esperienza pregressa, ho giudicato troppo alto”.

A commentare la vicenda, anche l’ormai ex allenatore delle ragazze, Matteo Fossi: “L’avventura non è terminata per volontà mia e delle ragazze. Dispiace, perché Avigliana è una piazza importante e la squadra femminile avrebbe dato risalto sia alla città, sia alla società. Un rammarico? C’è stato poco interesse nell’aiutarci a ricercare sponsor per la stagione”.

L’Aviglianese si era resa disponibile per continuare ad abbracciare il progetto femminile, ma la mancanza di fondi, e la conseguente impossibilità di effettuare investimenti, hanno posto le basi per imporre una conditio sine qua non: la prima squadra femminile sarebbe stata accolta qualora fosse stata in grado di finanziarsi a livello economico.

Se ne parla ancora troppo poco, ma tale fenomeno, coinvolge sempre più le società in qualsiasi categoria; sogni, passione e voglia di fare, vengono inevitabilmente spazzati via dalla mancanza di denaro da investire, necessario (per quanto non lo si voglia ammettere) per mandare avanti la baracca. La storia delle ragazze arancionere non è una novità e, purtroppo, rischia di divenire una vera e propria consuetudine.

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