Giuseppe Napoli dà l’addio al calcio: “Sarà difficile separarsi da quel pallone”

SAN MAURO TORINESE – Giuseppe Napoli ha dato l’addio al calcio giocato. Dopo una lunghissima carriera, che lo ha visto protagonista nelle migliori società di Torino e provincia, il fantasista classe 1986 ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Classico numero 10 dotato di buona tecnica e da un buon feeling sotto porta, Napoli è stato uno dei volti storici del Venaria Reale e uno dei protagonisti della promozione dell’Autovip San Mauro dalla Seconda alla Prima Categoria nella passata stagione.

Proprio attraverso i canali social del San Mauro, Napoli ha pubblicato una lunga lettera dove ha confermato la sua decisione di smettere con il calcio. “Ero solo un bambino, con occhi pieni di sogni e cuore traboccante di passione. Il calcio era più di un gioco per me; era un’ossessione, ma di quelle che illuminano l’anima. È come innamorarsi e sentire le farfalle nello stomaco, e questa sensazione ha tinteggiato ogni giorno della mia vita, dal momento in cui il direttore di gara ha dato il primo fischio nella mia prima partita fino ad oggi”, si legge. “Oggi è un capitolo che si chiude, e non c’è spazio per rimpianti, solo gratitudine. Il calcio mi ha donato molto, ben oltre i trionfi e le vittorie. Questi successi, che una volta risplendevano come i colori delle maglie indossate, adesso si fanno più sfumati, come i ricordi, che non resistono dopo migliaia di lavaggi. Quelle maglie, cariche di storia e pesanti come l’acciaio dopo le giornate di pioggia, oggi porto il loro peso sul petto mentre dico addio al campo, con il numero 10 che ha rappresentato i miei sogni”.

La lettera prosegue. “Stringo forte le persone che hanno condiviso questo viaggio con me: allenatori che hanno plasmato il mio gioco, compagni di squadra con cui ho condiviso gioie e sconfitte. Sono stati tutti decisivi nel forgiare l’uomo che oggi si affaccia a un nuovo capitolo della sua vita, spegnendo i riflettori e appendendo le scarpe al chiodo. Sarà difficile separarsi da quel pallone, ormai sgonfio per me ma ancora pulsante di vita per quei giovani che voglio accompagnare nei loro sogni. Il calcio è stato la mia vita, e adesso, con il cuore colmo di emozioni contrastanti, ricomincio”.

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