Il Parlamento europeo in crisi: mazzette dal Qatar, “il più grave scandalo a Bruxelles”

Nella giornata di venerdì 9 dicembre sono state arrestati diversi esponenti di alto profilo all’interno delle istituzioni europee con la grave accusa di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio. Secondo l’edizione europea di Politico potrebbe essere «il più grave» scandalo a colpire Bruxelles  da anni.

Secondo l’inchiesta, la tesi di accusa sarebbe che il Qatar avesse messo in piedi una rete di corruzione all’interno della quale si conta il coinvolgimento di politici, dirigenti e funzionari in larga parte del Partito Socialista Europeo. In cambio di somme di denaro e doni, secondo le autorità belghe, queste persone avrebbero agito in modo da indurre decisioni favorevoli al Qatar da parte del Parlamento europeo. Nello specifico per mentire sulle violazioni dei diritti umani dei lavoratori impiegati sfruttati e uccisi durante la costruzione dello stadio.

Al momento sono in stato di arresto quattro eurodeputati: Pier Antonio Panzeri, ex membro del Parlamento Ue; Francesco Giorgi, assistente parlamentare e fondatore della ong Fight Impunity; la greca Eva Kaili, la politica di più alto profilo coinvolta, una delle 14 vice presidenti del Parlamento europeo; e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No peace Without Justice.

Nella serata di sabato i media belgi fanno sapere che durante la perquisizione l’abitazione di Eva Kaili e del padre sono stati trovati 750mila euro in contanti in banconote: 600mila euro erano nella valigia portata dal padre e il resto nell’abitazione dell’eurodeputata.

A finire tra i sospettati è anche l’eurodeputato belga di origini italiane Marc Tarabella a cui è stata sottoposta a perquisizione anche casa sua. In un’intervista a Le Soir, ha dichiarato di non aver “mai ricevuto regali dal Qatar. Lo avrei denunciato”. La sua abitazione è stata perquisita alla presenza della presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola. E’ sottoposta ai sigilli l’abitazione di Bruxelles di Giuseppe Meroni, e ex assistente di Tarabella, che recentemente è passato sotto l’europarlamentare del Partito popolare europeo Lara Comi.
Secondo quanto dichiarato da Tarabella, Meroni ha lavorato anche con gli eurodeputati italiani Pietro Bartolo, Lara Comi e “ha lavorato per molti anni per il signor Panzeri. Posso facilmente immaginare che questo sia il motivo per cui i tribunali sono interessati a lui. Tuttavia, non so dire se in qualità di testimone o in altra veste”. Tarabella conferma di conoscere bene l’ex membro del Parlamento ue, Panzeri: “È stato eletto al Parlamento europeo dal 2004 al 2019, siamo colleghi da molto tempo e, se i fatti sono veri, sarebbe una grande delusione. Gli piace il calcio, abbiamo guardato insieme le partite e discusso i risultati del fine settimana, come molti altri colleghi”.
L’eurodeputato evidenzia il suo atteggiamento all’Eurocamera sul Qatar, perchè giudicato da altri suoi colleghi troppo morbido. “La Coppa del Mondo è stata assegnata al Qatar nel dicembre 2010. Sono stato uno dei primi a sollevare l’obiezione, soprattutto in considerazione del destino poco invidiabile dei lavoratori migranti. Poi le cose hanno iniziato a evolversi positivamente in Qatar, che è, ad esempio, l’unico Paese della zona ad aver abolito il sistema della Kafala. Tutto è lungi dall’essere perfetto, ma ho voluto salutare i progressi compiuti invitando il Qatar a proseguire gli sforzi in questa direzione”, ha sottolineato Tarabella raccontando di essere stato l’ultima volta in Qatar nel febbraio scorso “su invito del Comitato nazionale per i diritti umani, insieme a diversi altri parlamentari, per una conferenza internazionale sui social network e i media”.
E’ necessario soffermarsi sulla portata dell’indagine. Non si tratta infatti di una questione meramente circoscritta ai soli indagati. Stiamo parlando di un vero e proprio scandalo di corruzione interno alle istituzioni europee che inevitabilmente mette a repentaglio la reputazione dell’ala italiana del Parlamento europeo, e non solo. Fonti interne all’Eurocamera confermano che la lettura della situazione sin dai primi giorni dagli addetti ai lavori è che si tratti di una “truffa all’italiana”. Lettura che, adesso, potrebbe complicare la credibilità delle proposte di riforma portate da Roma a Bruxelles su diversi dossier.
Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, è tra le prime a commentare l’inchiesta tra le cancellerie europee, affermando al consiglio dei ministri Ue degli Esteri: “È un caso veramente incredibile che ora va chiarito senza se e senza ma, con tutta la severità della legge. Perché riguarda anche e specialmente la credibilità dell’Europa. Dovranno esserci conseguenze in diverse aree, ora si tratta di chiarire completamente. Non abbiamo visto nulla del genere da molto tempo”.
Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la Politica Estera di Bruxelles, ha definito le notizie “molto, molto preoccupanti” ma “c’è un procedimento in corso”. E’ necessario quindi attendere l’esito.Attese erano le dichiarazioni di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione ritiene che “le accuse contro il vicepresidente del Parlamento europeo sono estremamente preoccupanti, molto gravi, è una questione di fiducia delle persone nelle nostre istituzioni e questa fiducia richiede i più alti standard di indipendenza e integrità. Ho già proposto la creazione di un organismo etico indipendente che copra tutte le istituzioni dell’Ue”.

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