ROSTA – Quando il presidente Zappalà dichiarava obiettivi e speranze nel giorno del suo insediamento, in pochi avrebbero creduto che il Rosta sarebbe arrivato in Promozione nel giro di pochi anni, per di più sorretto dai giovani del suo vivaio. La squadra, infatti, saliva e scendeva dalla Seconda alla Prima Categoria, e i giovani talentuosi del settore giovanile erano attratti da realtà più iconiche. Quando arrivava la partecipazione a un campionato regionale, inoltre, in via Ponata si festeggiava alla grande. Oggi, tutto questo è solo un ricordo.
Una filosofia atipica nel mondo del calcio
Le giovanili del Rosta non solo militano in tutti i campionati regionali e partecipano ai SuperOscar, ma giocano per vincerli. La prima squadra è in Promozione e, nella giornata di ieri, ben 6 giocatori cresciuti nel proprio vivaio erano titolari nella sfida vinta contro la Mappanese.
Dalle parole ai fatti. Quello che ha creato il Rosta va oltre la semplice programmazione. La società, pur capitanata da Alberto Zappalà, è sostenuta da un gruppo di consiglieri: nessun “io”, solo un “noi”. Questa filosofia ha fatto la differenza, specie negli ultimi anni, quando il livello si è alzato e il gruppo dirigenziale è rimasto unito. Questa stessa filosofia si riflette sui campi, dove, dai pulcini in avanti, l’inserimento di figure chiave ed esperte ha permesso alla società valsusina di crescere e formare giovani in grado di fare la differenza anche dopo la scuola calcio.
Nel settore giovanile, il gap rispetto a realtà come Alpignano, Lascaris e Pianezza è stato colmato in modo impressionante. Ora i ragazzi non lasciano più l’impianto di via Ponata, ma vi restano con piacere. A fare la differenza è anche la filosofia tattica: tutte le squadre seguono principi simili, basati sul possesso e il dominio del gioco, senza dimenticare il sacrificio, inevitabile per chi ambisce a certi livelli.
La prima squadra
Ogni anno si aggiungono nuovi tasselli e giocatori provenienti dalle giovanili. Nella formazione che ha battuto la Mappanese, spiccano dalla “Cantera” Cugno (2005), Biasci (2005), Turi (2005), Tummolo (2004), Tamburini (2004) e Moletto (2006), uno dei tanti talenti emersi nelle ultime stagioni. A questi si aggiungono Terna (2002), Trevisi (2002), Adamo (2003) e Ventura (1999). Una squadra giovanissima, con un’età media di 20,5 anni, capace di vincere e convincere già alla prima giornata di un campionato che sarà difficile, ma ricco di esperienza e soddisfazioni.
Struttura e futuro
Il modello Rosta continua a convincere in campo, mentre fuori si lavora per migliorare le strutture: nei prossimi giorni verrà sostituito il manto sintetico del campo a 8, e il campo a 11 passerà dall’erba naturale a un sintetico di ultima generazione. Un restyling completo che porterà la società valsusina a un livello sempre più avanzato. Sembra passata un’eternità da quando il presidente Zappalà e il suo team avevano fatto queste promesse, che oggi sono diventate i punti cardine di una società modello in Piemonte.
(Foto Giacomo Cugno)