Pro: Opportunità di crescita e maggiore visibilità
A partire dalla stagione 2025/2026, la UEFA introdurrà un nuovo modello per la Champions League femminile, puntando a favorire lo sviluppo del calcio femminile. L’obiettivo principale è garantire maggiore accesso al calcio europeo attraverso una strategia innovativa di distribuzione finanziaria e centralizzazione dei diritti media e di sponsorizzazione.
Secondo le stime, questa riforma potrebbe portare un incremento delle entrate pari al 122% rispetto ai cicli precedenti. Questo aumento dei profitti potrebbe generare risorse utili per migliorare la visibilità delle competizioni e accrescere l’interesse globale verso il calcio femminile.
Un effetto positivo immediato sarebbe l’aumento delle sponsorizzazioni e il coinvolgimento delle multinazionali, attratte dal nuovo pubblico generato dalle competizioni. La maggiore esposizione mediatica renderebbe le partite di calcio femminile più accessibili, stimolando l’interesse del pubblico, soprattutto tra le nuove generazioni.
Un punto fondamentale di questa strategia è rappresentato dall’effetto ispiratore delle grandi campionesse. Come può una bambina sognare di diventare una nuova Alexia Putellas, se non ha mai avuto l’opportunità di vederla giocare? L’aumento della visibilità televisiva e online delle competizioni femminili potrebbe favorire la nascita di nuove passioni e vocazioni sportive tra le giovani.
Contro: Il rischio di trascurare la base del movimento
Nonostante l’entusiasmo generato dal progetto, sono sorte polemiche sul reale impatto di questa riforma per le radici del calcio femminile. Le critiche si basano sulla metafora del secchio bucato: il denaro rappresenta l’acqua, ma se il secchio (il movimento) è bucato alla base, le risorse non saranno sufficienti per garantire una crescita stabile e sostenibile.
Molte società dilettantistiche ritengono che concentrare gli investimenti solo al vertice del movimento rischi di lasciare scoperta la base. Un vero sviluppo del calcio femminile dovrebbe partire dal basso, supportando le realtà locali e giovanili che faticano a sostenere i costi di gestione.
Investire nelle infrastrutture, negli istruttori qualificati e nei progetti scolastici per coinvolgere direttamente le bambine è considerato fondamentale per costruire una cultura calcistica solida. Ad esempio, la creazione di scuole calcio esclusivamente femminili potrebbe garantire una maggiore autonomia rispetto al movimento maschile, incentivando la partecipazione di più ragazze e riducendo il rischio di chiusura delle attività agonistiche.
Conclusione: Trovare un equilibrio tra vertice e base
La nuova strategia UEFA rappresenta un’occasione importante per il calcio femminile, grazie all’incremento di visibilità e risorse economiche. Tuttavia, per garantire uno sviluppo realmente sostenibile, è necessario trovare un equilibrio tra gli investimenti destinati al vertice e quelli rivolti alla base del movimento.
Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di coniugare l’aumento di visibilità con interventi concreti a favore delle società dilettantistiche e giovanili. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile costruire un futuro solido per il calcio femminile, in cui ogni bambina possa sognare di diventare una calciatrice trovando strutture e opportunità vicine a casa sua.
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