Erica Gonçalves, dal campo di Moncalieri al gol in Nazionale alle qualificazioni degli Europei

ANDORRA LA VELLA – Manca sempre meno agli inizi degli Europei, e l’atmosfera di festa, gioia e sofferenza, nelle emozioni che solo questo sport sa regalare, si respirano nell’aria.

Quando gioca la Nazionale, il paese si riunisce in una strana condivisione di passione e speranza nel vedere la propria squadra sul tetto della competizione; e in questo mare di festa, chi non ha mai sognato di entrare in uno stadio tra il pubblico in euforia, per poi segnare un gol indossando la maglia del proprio paese, in una competizione così prestigiosa come quella degli Europei?

Un sogno così bello che vive anche nelle menti di coloro che non sono più bambini e il detto, in queste circostanze,  parla chiaro: i sogni, a volte, diventano realtà; lo sa bene la giocatrice del Moncalieri Erica Gonçalves, che dopo la straordinaria stagione in Serie C con le mocalieredi, ha ricevuto (nuovamente) la chiamata da parte della Nazionale Andorrana (facente parte del gruppo C3 insieme a Montenegro, Grecia e Isole Faroe), nella quale giocherà per conquistare un posto agli Europei femminili, che si disputeranno nel 2025.

Se già la convocazione in una competizione così prestigiosa è degna di menzione, la favola vissuta da Erica nella partita disputata martedì 4 giugno contro il Montenegro, ha dell’incredibile. L’entrata in campo nello stadio casalingo sotto gli occhi dei tifosi, l’inno nazionale, il proprio cognome sulle spalle, lo stendardo della propria nazione sul petto, il fischio d’inizio e poi, dopo 9 minuti di gioco, quel pallone che sembra troppo lontano per essere calciato eppure, il senso di una vita passata a inseguire i propri sogni si rivela in questi piccoli, ma grandi momenti: stoppare il pallone, coordinarsi e calciare quanto più forte si riesce; gol.

Nonostante la sconfitta dell’Andorra, superata per 5-1 dal Montenegro, Gonçalves ha realizzato e vissuto il sogno di qualsiasi bambino o bambina, che inizia il suo percorso calciando palloni improvvisati, verso porte immaginarie e costruite con il primo oggetto disponibile; perché il calcio, nonostante i risultati è capace, con le sue emozioni, di unire e far sognare, ricordandoci che ogni rete, ogni partita, è una pagina indelebile nella storia di chi scende in campo con il cuore, con la grinta e senza paura di calciare quel pallone che arriva: nonostante la porta sembri così distante, nonostante sembri impossibile oltrepassare il portiere, nonostante il risultato sia in salita.

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