La favola di Alberto Dilonardo: l’infortunio, la fascia da capitano e il gol che sa di rivincita

PIANEZZA – Cadere per poi rialzarsi. Alberto Dilonardo è un maestro in questo. Nonostante la giovane età (classe 1997), Dilonardo ha dovuto far fronte a ben due rotture del crociato nella sua carriera. Se la prima volta è stata presa con filosofia, la seconda è stata difficile da digerire. Lacrime, pensieri e rabbia. Sono stati mesi difficili per il giocatore del Pianezza, che però non ha mai smesso di credere nel suo ritorno in campo. Appena è stato possibile, il centrocampista ha iniziato la fase di fisioterapia, poi ha ricominciato a toccare nuovamente il pallone. Nel frattempo il Pianezza lo ha fatto capitano e oggi, domenica 3 dicembre, è tornato al gol contro l’Aviglianese nella gara vinta dai rossoblù per 5-0.

L’infortunio, la fascia di capitano e il gol: una giornata da favola per Dilonardo

Fare gol da centrocampo non è mai banale. Farlo dopo il ritorno in campo da un lungo infortunio e con la fascia da capitano al braccio ha sicuramente un altro sapore. La copertina della vittoria del Pianezza contro l’Aviglianese di oggi, domenica 3 dicembre, è sicuramente sua: ossia di Alberto Dilonardo. Il centrocampista, ritornato in questa stagione dopo la rottura del crociato rimediata nella passata stagione, ha ritrovato la gioia del gol. O meglio, di un eurogol. “L’arbitro assegna un calcio di punizione verso la metà campo”, spiega Dilonardo a Piemonte Sport. “Il portiere era piegato sulle ginocchia. Appena l’ho visto non ci ho pensato un secondo: ho calciato in maniera tesa e forte verso la porta. Fortunatamente è andata bene”.

L’esultanza con il fratello Mattia e le lacrime

La gioia dei compagni, l’esultanza piena di rabbia e amore con il fratello in tribuna e poi le lacrime. “Subito dopo la rete mi è venuto in mente tutto l’anno passato, quando per la seconda volta mi è stato detto che dovevo operarmi perché mi ero rotto il crociato. Poi sono subito corso da mio fratello… ieri era il suo compleanno. La gioia è stata inspiegabile, difficile da descrivere”. Un gol desiderato e addirittura sognato nella notte che antecedeva la partita. “Sì, questa notte ho sognato che segnavo. Un’emozione indescrivibile”.

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