La partita si apre su buoni ritmi e con la Biellese subito dentro al match. Menabò impegna Bellocci nei primi minuti, poi arriva un episodio che racconta bene lo spirito dei bianconeri: Vergna salva tutto con una deviazione provvidenziale sulla traversa sulla conclusione a botta sicura di Alfiero. È una gara viva, combattuta, ma a spezzarne l’equilibrio è l’episodio della mezz’ora. Graziano interviene su Raffini lanciato verso la porta: per l’arbitro è fallo da ultimo uomo, con conseguente espulsione e punizione dal limite. Sul pallone va Ciccone, che trova il varco giusto e porta avanti il Vado.
Nonostante l’inferiorità numerica, la Biellese rientra dagli spogliatoi con grande carattere. Bastano pochi minuti della ripresa per ristabilire la parità: Di Cesare lascia partire una conclusione potente che non dà scampo a Bellocci. Il pareggio, però, dura pochissimo. Nemmeno il tempo di esultare che Raffini colpisce, riportando avanti il Vado con il cinismo di chi sa approfittare di ogni spazio.
La partita resta apertissima. Al 13’ della ripresa Naamad cade in area dopo un contatto leggero: l’arbitro indica il dischetto tra le proteste, Menabò non sbaglia e firma il 2-2, facendo esplodere il pubblico di casa. Il Vado non si disunisce e continua a spingere, trovando ancora in Raffini l’uomo decisivo. Il bomber ligure approfitta di un’incertezza di Vergna, che perde un pallone apparentemente già controllato, e sigla il 3-2 che risulterà definitivo.
Nel finale la Biellese prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma gli ospiti gestiscono il vantaggio con esperienza e portano a casa tre punti pesanti, chiudendo l’andata da capolista. Una vittoria che premia la concretezza del Vado, ma che non ridimensiona affatto i bianconeri, protagonisti di una prestazione generosa e di un girone d’andata complessivamente più che positivo.
Prima del calcio d’inizio, il “La Marmora-Pozzo” ha vissuto anche un momento di forte emozione. A quindici anni dalla scomparsa di Lorenzo Mazzia, “il capitano”, la Biellese ha ritirato ufficialmente la maglia numero 5. Un gruppo di ex giocatori lo ha ricordato tra gli applausi dei circa mille spettatori presenti sugli spalti, in una cornice che ha reso ancora più significativo l’ultimo atto del 2025.