Andrea Musacchio 
ALESSANDRIA. Quello che poteva essere e che, almeno per ora, non è stato. Domani al “Moccagatta” andrà in scena Alessandria–Chieri, la partita che in estate tutti avevano cerchiato in rosso come possibile scontro diretto per il primato nel girone B di Eccellenza. Una sfida nobile, tra una piazza che ha respirato il professionismo fino a pochissimi anni fa e una realtà che, dal 2009 al 2025, ha navigato stabilmente in Serie D.
Le aspettative di agosto raccontavano di due rose costruite per stare davanti, di due società ambiziose e di un duello continuo ai vertici. Il campo, però, ha scritto una storia diversa. L’Alessandria ha rispettato le previsioni: guida la classifica, gioca un calcio solido e arriva al big match con l’obiettivo di difendere i tre punti di vantaggio sul Vanchiglia, principale inseguitrice.
Il Chieri invece ha imboccato un percorso molto più tortuoso. La squadra biancazzurra si presenta al Moccagatta dalla settima posizione, con un ritardo pesantissimo: tredici punti separano oggi i torinesi dalla capolista. Una distanza che racconta di un avvio complicato, di occasioni non sfruttate e di una continuità mai davvero trovata.
Eppure, per il Chieri questa partita può cambiare la narrazione della stagione. Uscire dal Moccagatta con un risultato positivo vorrebbe dire riaprire orizzonti che sembravano compromessi, rimettersi in corsa e dimostrare di poter ancora recitare un ruolo importante in un girone che a tratti ha premiato chi è stato capace di trovare anche solo due settimane di slancio.
Per l’Alessandria, invece, è una gara da grande squadra: quella da non sbagliare. I grigi vogliono confermarsi, blindare il primato e mandare un messaggio chiaro alle rivali.
Domani sarà una partita dal sapore particolare, tra ciò che avrebbe potuto essere e ciò che i novanta minuti potrebbero ancora restituire. Perché il calcio, specie in Eccellenza, ama sorprendere proprio quando sembra che tutto sia già scritto.