Bra, la classifica pesa e il tempo stringe: oltre la sconfitta, cosa sta accadendo ai giallorossi

Cristiano Forte A.C. Bra

AREZZO. Il 2-1 di Arezzo non è soltanto una sconfitta, ma un segnale. Il secondo ko consecutivo, maturato ancora una volta con lo stesso punteggio, racconta il momento del Bra meglio di qualsiasi tabellino: una squadra che lotta, che non crolla mai del tutto, ma che oggi paga ogni minimo dettaglio. E soprattutto che non riesce a trasformare le proprie prestazioni in punti, proprio ora che la classifica inizia a tirare una linea sempre più netta tra chi risale e chi rischia di affondare.

Fino a due settimane fa il volto del Bra era diverso. Il trittico con due pareggi e la vittoria sul Rimini aveva ridato fiato, convinzione, struttura. La sensazione diffusa era quella di un gruppo finalmente dentro la stagione, finalmente capace di soffrire e restare in piedi. Poi sono arrivate due gare diametralmente opposte per contesto, ma simili nel verdetto: due sconfitte, due 2-1, due partite che lasciano rimpianti diversi.

Contro il Pineto, sabato scorso, il Bra aveva mostrato progressi evidenti. Era mancato solo il risultato, sfumato nel finale, e a Fabio Nisticò era rimasto in mano un bicchiere mezzo pieno: prestazione solida, occasioni costruite, personalità. Tutti segnali incoraggianti.

Arezzo, invece, è stata una storia diversa. Più dura, più complessa, contro un avversario in testa alla classifica e che non fa mistero delle proprie ambizioni. Eppure, anche qui, qualcosa ha lasciato il segno. Gli amaranto, privi di mezza squadra, hanno mostrato fragilità inedite, e il Bra – pur soffrendo tanto nel primo tempo – ha avuto la capacità di rientrare in partita e provare a riaprirla con Baldini. La reazione, però, è arrivata tardi, quando la partita aveva già preso una direzione difficile da invertire.

Questo è il punto centrale del momento giallorosso. Il Bra dimostra in ogni uscita di potersela giocare con tutti, anche contro chi – come l’Arezzo – sta attraversando un periodo di forma e risultati da grande del girone. Ma alla squadra manca ancora un passo ulteriore: quello della continuità all’interno dei 90 minuti, quello della cattiveria sportiva nei momenti decisivi, quello dell’equilibrio mentale nei frangenti in cui le partite si decidono.

E la classifica non aspetta. I giallorossi restano al terzultimo posto con 10 punti, una posizione che mette pressione e che potrebbe diventare ancora più rischiosa se Perugia e Torres, che si affronteranno nel weekend, dovessero fare risultato. Non è allarme, ma la soglia di attenzione si alza.

Per uscire da questa zona serve una nuova serie di risultati utili consecutivi, simile – ma più lunga – a quella vista poche settimane fa. Il Bra ha già dimostrato di poter imbastire un filotto. Ora deve dimostrare di poterlo ripetere, con la maturità di chi ha attraversato difficoltà, cambiamenti e scossoni emotivi.

La squadra è viva, il gruppo risponde, l’identità c’è. Ma per restare agganciati al treno salvezza non basterà più giocare bene a tratti: servirà concretezza, punti, e una gestione più feroce dei momenti chiave.
Il campionato entra nella fase in cui ogni settimana può cambiare tutto. Ed è proprio qui che il Bra deve ricominciare a correre.


Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Altro dall'autore

La7, Mentana conduce “tg daltonico” per problema alle luci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *