
TORINO. Il Tribunale Federale Territoriale ha emesso una delle sentenze più dure degli ultimi anni nel panorama dilettantistico piemontese, riconoscendo le responsabilità dei dirigenti della FC Torinese 1894 e dell’Academy FC Torinese 1894 in un tentativo organizzato di alterare l’esito del derby Under 19 del 26 marzo 2025. Il provvedimento arriva al termine di un’indagine avviata grazie a una segnalazione anonima presentata attraverso il portale whistleblowing della FIGC e sostenuta da audizioni, documenti e registrazioni audio, acquisite integralmente agli atti.
La ricostruzione dei giudici descrive un quadro esteso e complesso: pressioni sui giovani tesserati, richieste esplicite di perdere la partita, minacce di esclusione, gestione unificata e irregolare delle due società e persino svincoli non consentiti di calciatori minorenni. L’intero caso, raccontato nella sentenza firmata dal presidente estensore Ugo Annona, prende forma nelle ore che precedono il derby tra Academy e FC Torinese, considerato decisivo per la classifica della prima squadra.
Secondo il Tribunale, il 25 marzo 2025, durante una riunione nella sede societaria, Sante Squillace – presidente della FC Torinese – avrebbe rivolto ai dirigenti dell’Academy frasi testualmente riportate negli atti. “Dobbiamo avere i tre punti. Chiuso! A chi deve chiederli? All’altra mia juniores”, si legge nella trascrizione. E ancora: “I tuoi ragazzi possono pensare tutto quello che vogliono, la Torinese domani deve vincere 1 a 0 al 90’, al 100’, quello che sia”. In un altro passaggio, il presidente avrebbe delineato addirittura la costruzione del risultato: “Domani vieni, gioca chi cazzo vuole, alla fine del primo tempo vinciamo 1 a 0, all’inizio del secondo pareggiamo 1 a 1, dopo un quarto d’ora rivinciamo 2 a 1. È chiaro il concetto?”.
Il tono, secondo i giudici, si irrigidisce in modo significativo quando Squillace aggiunge: “I ragazzi sono quattro pellegrini di m**** […] stasera chiamerò tutti, uno ad uno […] se no restassero a casa. Chiuso e basta”. Parole riportate nei verbali anche dai dirigenti Greco e Cafagna, che avevano espresso contrarietà alle pressioni ricevute.
Nelle stesse ore, sempre secondo la sentenza, anche Irene Crucitti – presidente dell’Academy e moglie di Squillace – avrebbe insistito perché la partita venisse indirizzata. “Eravate tu e Lot ed io vi ho detto: visto che è un derby, vi facciamo un regalo”, si legge nella trascrizione. Poi, rivolgendosi direttamente ai dirigenti della squadra Juniores: “Io faccio l’insegnante ed ho sotto di me 18 bambini ed è la mia autorevolezza che, se dico ‘devono stare seduti’, stanno seduti. E la tua autorevolezza dove sta? Tu non comandi un cazzo con i ragazzi”. La sentenza riporta anche un’ulteriore affermazione: “Voglio certezza subito e che non vengo costretta a ritirare la squadra al secondo tempo”.
Secondo i giudici, alle pressioni avrebbero partecipato anche altri dirigenti, tra cui Gabriele Gianluca Rosani, le cui parole sono citate testualmente negli atti: “Avevo capito su cosa verteva la riunione. A parti inverse, io avrei fatto cosa mi chiede la società. Se io dovessi fare le distinte, i ragazzi più bravi li lascio tutti in tribuna […] è una partita scapoli e ammogliati. Devono capire i ragazzi che è per loro il risultato”.
Il giorno successivo, poco prima della gara, Squillace sarebbe entrato nello spogliatoio dell’Academy rivolgendosi direttamente ai giocatori minorenni. La sentenza riporta integralmente le sue parole: “La Torinese, l’altra Torinese, stasera deve vincere serenamente. Ne potete fare sette-otto, li potete ammazzare di calci, di pugni, potete far sparire la palla, prenderli per il culo, fate che cazzo volete, a me non me ne frega niente. Al 90’ i tre punti devono essere dall’altra parte”. Poi l’ulteriore ammonimento: “Chi ha voglia un altro anno di rimanere in Torinese o Academy che sia, non può ragionare al contrario […] perché chi ragiona al contrario […] può andare via anche adesso”.
Secondo il Tribunale, i ragazzi si rifiutarono di aderire alla richiesta. È a questo punto che, ricostruisce la Corte, i dirigenti decisero di ritirare la squadra dell’Academy e di comunicarlo all’arbitro con una motivazione che i giudici definiscono “non veridica”. La decisione, si legge nella sentenza, avrebbe avuto l’obiettivo di far ottenere comunque la vittoria per 3-0 alla FC Torinese, realizzando così il risultato illecito attraverso una modalità “extra campo”.
La giustificazione fornita dai dirigenti – la presunta necessità di evitare tensioni tra i due gruppi di giocatori – è stata ritenuta “non credibile”. Gli stessi giudici osservano che, se il fine fosse stato realmente quello della sicurezza, la società avrebbe potuto ritirare la FC Torinese, oppure entrambe le squadre. La scelta di ritirare esclusivamente l’Academy è considerata un ulteriore indizio della volontà di “conseguire l’obiettivo del pactum sceleris”.
Le irregolarità non si fermano alla partita. Il Tribunale accerta anche una gestione di fatto unitaria delle due società, con Squillace che avrebbe esercitato funzioni direttive nell’Academy pur senza tesseramento e nonostante formalmente il ruolo spettasse alla moglie. Diversi tesserati sentiti dagli inquirenti hanno confermato che FC Torinese e Academy condividevano strutture, uffici e segreteria e che molte decisioni venivano prese da un’unica direzione societaria.
La sentenza conferma inoltre lo svincolo irregolare di sei calciatori Under 14, trasferiti successivamente alla FC Torinese senza i requisiti previsti dall’articolo 109 delle NOIF. Le distinte di gara e le posizioni dei tesseramenti hanno certificato che quei ragazzi non avevano le quattro gare consecutive senza convocazione richieste per procedere allo svincolo.
Sul piano disciplinare, il Tribunale ha ritenuto “pienamente provati” tutti i fatti. Le sanzioni sono tra le più severe degli ultimi anni: cinque anni di inibizione per Sante Squillace, quattro anni e otto mesi per Irene Crucitti e tre anni per Gabriele Gianluca Rosani. Per le società, la FC Torinese subisce sei punti di penalizzazione e un’ammenda di 8.000 euro, mentre l’Academy FC Torinese viene punita con quattro punti di penalizzazione e 3.000 euro di multa.
Nelle conclusioni, i giudici sottolineano la gravità delle pressioni esercitate su giovani calciatori, la volontà di orientare una gara ufficiale, la gestione irregolare delle due società e l’uso distorto di strumenti amministrativi per ottenere vantaggi sportivi. La sentenza, per estensione e contenuto, rappresenta un monito diretto al mondo dilettantistico piemontese, richiamando l’importanza di tutelare l’integrità delle competizioni e la crescita dei ragazzi.
