Rissa al SuperOscar, la decisione su Carmagnola-Volpiano: Barbero squalificato fino al 31 dicembre

In foto il campo del Collegno Paradiso, sede del torneo dove è avvenuta la rissa durante la gara del SuperOscar tra Csf Carmagnola e Volpiano Pianese

CARMAGNOLA. È arrivata la decisione della Corte Sportiva d’Appello sugli episodi che hanno segnato la partita tra Csf Carmagnola e Volpiano Pianese del 31 agosto scorso, valida per il 45° SuperOscar e il 12° Memorial “L. Gibin”. Una gara che si era conclusa con una rissa in campo, l’intervento dei Carabinieri e l’ambulanza chiamata per soccorrere il portiere del Volpiano, Thomas Sarritzu.

Il Collegio giudicante, presieduto dal dottor Ugo Annona e composto dai dottori Daniele Randazzo e Luciano Tarditi, ha respinto il reclamo presentato dal Csf Carmagnola contro la sanzione di 150 euro di ammenda inflitta dal Giudice Sportivo provinciale. La società, difesa dall’avvocato Matteo Portaluri, aveva chiesto l’annullamento o la riduzione della pena, ma la Corte ha confermato la responsabilità oggettiva del club per i comportamenti violenti dei propri tesserati e ha ritenuto la sanzione proporzionata ai fatti, giudicati “gravi e biasimevoli”.

Diverso invece l’esito del ricorso presentato da Cristian Barbero, il tredicenne del Carmagnola indicato nel referto arbitrale come autore di un pugno alla nuca di Sarritzu. Il giovane calciatore era stato squalificato fino al 4 settembre 2026, una misura che la difesa aveva contestato invocando la legittima difesa e, in subordine, la sproporzione della pena.

La Corte, dopo aver visionato anche i filmati integrali dell’episodio diffusi nei giorni successivi e finiti sulle cronache nazionali, ha escluso che vi fossero i presupposti della legittima difesa. È stata però accolta in parte l’istanza di riduzione, ritenendo la sanzione iniziale eccessiva rispetto ai parametri previsti dal Codice di Giustizia Sportiva.

Il comportamento di Barbero, ha spiegato il Collegio, resta grave perché avvenuto a freddo e ha contribuito ad alimentare la bagarre in campo. Tuttavia la condotta si è limitata a un singolo gesto e non a una sequenza di azioni violente, come invece accaduto per l’avversario. Decisivo, nella rideterminazione della pena, è stato anche il dato anagrafico: a tredici anni, hanno sottolineato i giudici, la sanzione deve avere una finalità educativa oltre che punitiva, per evitare il rischio di un allontanamento eccessivo dallo sport e favorire un percorso di “ri-socializzazione sportiva”.

Alla luce di queste considerazioni, la Corte ha ridotto la squalifica di Barbero fino al 31 dicembre 2025, disponendo la restituzione della tassa di reclamo. Una sentenza che segna un punto fermo: tolleranza zero contro la violenza, ma con pene proporzionate e attenzione particolare quando i protagonisti sono giovanissimi atleti.


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