(Adnkronos) – Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un cessate il fuoco di tre giorni in Ucraina che si svolgerà dalla mezzanotte tra il 7 e l'8 maggio fino alla mezzanotte tra il 10 e l'11 maggio, secondo le ultime news di oggi 28 aprile. La tregua – in cui la parte russa sospenderà tutte le operazioni militari – giunge in occasione dell'80esima Giornata della vittoria, ed è stata voluta dal leader del Cremlino. Lo riporta la Tass. "La Russia ritiene che l'Ucraina debba seguire l'esempio. In caso di violazione della tregua da parte ucraina, le forze armate russe daranno una risposta adeguata ed efficace", ha dichiarato il Cremlino. Dopo l'annuncio a sorpresa, Kiev ha chiesto a Mosca di accettare "immediatamente" un cessate il fuoco "globale" per "almeno 30 giorni". "Se la Russia vuole davvero la pace, deve cessare il fuoco immediatamente", ha scritto su X il ministro degli Esteri ucraino Andriï Sybiga. "Perché aspettare l'8 maggio?", ha continuato, assicurando che il suo paese "è pronto a sostenere un cessate il fuoco duraturo e completo. Ed è quello che proponiamo costantemente: per almeno 30 giorni", ha concluso. E non sarebbe soddisfatto della tregua parziale neanche Donald Trump che, secondo quanto ha assicurato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, vuole ottenere un cessate il fuoco permanente. "È sempre più frustrato con i leader di entrambi i Paesi – ha detto la portavoce ai giornalisti – So che Vladimir Putin, questa mattina, ha offerto un cessate il fuoco temporaneo. Il Presidente ha chiarito che vuole un cessate il fuoco permanente per fermare le uccisioni e lo spargimento di sangue". Poco prima dell'annuncio, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un'intervista al quotidiano brasiliano O Globo aveva dettato le condizioni per procedere a risolvere il conflitto in Ucraina. Tra queste il riconoscimento come territori russi di Crimea, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia da parte della comunità internazionale "è un imperativo". "Tutti gli impegni che Kiev assume devono essere vincolanti, contenere meccanismi per la loro attuazione ed essere definitivi", ha aggiunto. Secondo Lavrov, l'Ucraina deve prima sollevare il bando ai negoziati con la Russia per poter dare il via a trattative dirette. "E' stata Kiev a ritirarsi dal processo negoziale nell'aprile del 2022. Lo ha fatto su richiesta dei suoi protettori occidentali. Nel settembre dello stesso anno, Volodymir Zelensky ha bandito i negoziati con la Russia. Un provvedimento legislativo che rimane in atto. Deve essere cancellato. Altrimenti i negoziati non possono riprendere", ha dichiarato. E da Mosca arriva una sollecitazione a Kiev affinché dia un il segnale per l'avvio dei negoziati diretti con la Russia. "Devono almeno su questo fare qualche passo", ha affermato il portavoce, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass. "In Ucraina rimane attivo il bando legale (a negoziati diretti con Mosca, ndr). Fino a ora non c'è stato nulla", ha denunciato. Peskov ha ribadito che l'operazione militare va avanti, ma c'è la disponibilità di Mosca a impegnarsi in negoziati con l'Ucraina senza precondizioni. "Il Presidente ha ripetutamente confermato la disponibilità della Russia ad avviare un processo negoziale con l'Ucraina senza alcuna condizione per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto", ha aggiunto. Anche gli Stati Uniti, ha affermato, "continuano a operarsi per portare il processo su un binario di pace". Secondo quanto ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai giornalisti in un aeroporto del New Jersey, Volodymyr Zelensky potrebbe essere pronto a cedere la Crimea. Alla domanda se ritenesse che il leader ucraino fosse pronto a "rinunciare" alla penisola del Mar Nero, il tycoon ha infatti risposto: "Credo di sì". Zelensky ha dichiarato la scorsa settimana che l'Ucraina non poteva accettare il riconoscimento da parte degli Stati Uniti dell'annessione della Crimea da parte della Russia, dopo che Trump lo aveva accusato di intransigenza sulla questione. Venerdì Zelensky ha insistito sul fatto che il territorio "appartenga al popolo ucraino". Nonostante questi commenti, il presidente degli Stati Uniti ha espresso ritrovata simpatia per la sua controparte ucraina, affermando che "vuole fare qualcosa di buono per il suo Paese" e che "sta lavorando sodo". Da parte sua, Putin ha ringraziato il leader nordcoreano Kim Jong-un per "l'impresa" dei combattenti nordcoreani che hanno combattuto per la Russia contro le forze ucraine nella regione russa di Kursk, che Mosca afferma di aver completamente "liberato". "Gli amici coreani hanno agito guidati da un senso di solidarietà, giustizia e vero cameratismo", ha affermato Putin in una dichiarazione rilasciata dal Cremlino. "Lo apprezziamo molto e siamo sinceramente e personalmente grati al compagno Kim Jong-un e al popolo nordcoreano", ha aggiunto. Putin ha inoltre elogiato il valore militare dei soldati nordcoreani, definendoli "eroi" e lodando la "loro eccellente preparazione e la dedizione dimostrata combattendo, spalla a spalla con i soldati russi, difendendo la nostra Patria come fosse la loro". "Le nostre unità militari continuano a operare nelle regioni di Kursk e Belgorod. Manteniamo la nostra presenza in Russia", ha affermato Zelensky in un post su X, dopo che Mosca ha annunciato la completa liberazione della regione occupata dalle forze di Kiev con una incursione all'inizio dell'agosto dello scorso anno. Il capo di stato maggiore Valery Gerasimov aveva asserito che nel Kursk si trovavano solo soldati ucraini isolati, "alla ricerca di un nascondiglio" ma nessuna unità organizzata. I combattimenti, ha aggiunto Zelensky, proseguono vicino a Pokrovsk, in tutte le altre direzioni nella regione di Donetsk". "Manteniamo con decisione tutte le nostre posizioni in modo da mantenere tutte le opportunità per la diplomazia". Pechino ha scelto di non commentare ufficialmente l'ammissione – da parte di Pyongyang – del dispiegamento di soldati nordcoreani in Russia dall'agosto 2024, per sostenere Mosca nella difesa della regione di Kursk contro un'offensiva ucraina. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha ribadito che "la posizione della Cina sulla crisi ucraina è chiara e coerente" e ha invitato a considerare i rapporti bilaterali tra Russia e Corea del Nord come una questione tra i due Paesi. Nelle ultime settimane, Pechino aveva respinto le accuse di Kiev riguardo a un presunto coinvolgimento cinese nel conflitto, dopo che militari cinesi erano stati catturati dalle forze ucraine mentre combattevano al fianco della Russia. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)