Giovedì nero. Con la sconfitta di mercoledì scorso in Champions League della Roma femminile per 6-1 contro il Wolfsburg, si chiude definitivamente il capitolo Champions delle italiane. A rendere il boccone ancora più amaro, giovedì 12 dicembre, la Juventus Women ha subito un pesante 4-0 in casa del Bayern Monaco. Un crollo rovinoso per l’avventura delle squadre italiane nella competizione per club più prestigiosa del continente: una disfatta che richiama alla mente quel “giovedì nero” del 29 ottobre 1929, segnato dal crollo della borsa di New York.
Il divario internazionale, infatti, continua a essere evidente. Ma a cosa si deve tutto ciò?
L’esperienza europea di Roma e Juventus è stata simile: le giallorosse avevano iniziato il loro percorso con due grandi vittorie, contro Wolfsburg e Galatasaray, per poi crollare nelle gare successive. Le bianconere, invece, dopo l’entusiasmante doppio successo nel secondo turno contro il PSG, hanno collezionato una sola vittoria nella fase a gironi, segnando appena 1 gol e subendone 10 in quattro partite.
Un cammino iniziato nel migliore dei modi ma conclusosi nel più triste degli epiloghi: entrambe le italiane, alla fine, non hanno retto il confronto con le formazioni internazionali, dimostrando l’incapacità di colmare quel divario, soprattutto fisico, che purtroppo caratterizza ancora il nostro campionato.
Ma quali sono le ragioni di questa disfatta? La Juventus, in particolare, ha pagato l’inesperienza della sua rosa: alcune delle giocatrici erano alla loro prima esperienza europea; un elemento a favore per le bianconere, che potranno costruire un cammino più roseo in Champions League partendo proprio dalle sue giovani calciatrici. Tuttavia, ciò che emerge con forza è il netto divario fisico tra le italiane e le avversarie internazionali.
Un’analisi confermata dallo stesso tecnico bianconero, Massimiliano Canzi. Durante la conferenza stampa di presentazione, rispondendo a una nostra domanda su cosa fosse necessario lavorare per rendere la Juventus competitiva a livello europeo, Canzi ha sottolineato come la priorità fosse ridurre il gap fisico tra le squadre italiane e le formazioni internazionali.
Il cammino delle italiane in Champions League evidenzia un problema strutturale del calcio femminile nel nostro paese: non basta la qualità tecnica per competere ai massimi livelli. Occorrono investimenti mirati per migliorare la preparazione atletica, la formazione e l’esperienza delle giocatrici, così da rendere il nostro campionato davvero competitivo su scala europea.
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