Out of the pitch, Marta Salmoiraghi: “Vi dico la mia su Juventus e Torino”

Per la rubrica Out of the pitch, abbiamo intervistato Marta Salmoiraghi. Ecco cosa ci ha detto la redattrice di Tuttojuve, Per Sempre Calcio e Oggi Sport Notizie circa Juventus e Torino.

Thiago Motta si è addentrato benissimo nell’ambiente bianconero. Che cosa la colpisce di più dell’atteggiamento del tecnico?

Thiago Motta, secondo me, si è calato perfettamente nell’ambiente Juventus anche se siamo soltanto all’inizio e, come in tutte le cose, è richiesto tempo. Lo ammiro molto, sia come tecnico che a livello umano. Lo trovo umile, dedito al lavoro, determinato. Lo avevo già apprezzato a Bologna e quanto detto poc’anzi è dunque una riconferma di quanto visto in passato. Le qualità in campo sono tangibili e quello che ha fatto con gli emiliani penso resterà negli annali. Ovviamente alla Juventus è diverso. La pressione e diversa. La squadra è differente perché sono arrivati tanti nuovi giocatori che hanno bisogno di inserirsi al meglio. Secondo me lui sta puntando quasi più sul lato umano che su quello tecnico. Mi sono piaciute le sue recenti dichiarazioni, specie quando ha parlato dei giocatori come “suoi ragazzi”.

Secondo me ha creato uno spirito di gruppo che mancava e che penso proprio fosse assente nell’ultima stagione sotto la guida di Massimiliano Allegri e ciò si vedeva sul campo. Questo spirito è percepito dai calciatori: sono tutti diversi ma possono tutti contribuire alla stessa causa, non ci sono gerarchie. A mio dire, questo è l’atteggiamento giusto e ci tengo a sottolinearlo. Se dovessi definirlo con 3 parole userei coraggio, intensità e spirito di squadra. Queste cose mi colpiscono e le ammiro. Ci vorrà tempo per i risultati ma non tarderanno ad arrivare perché credo che Thiago Motta abbia tutte le carte in regola per essere un grande allenatore”.

Contro la Lazio, la Juventus ha vinto su autogol degli avversari. I bianconeri non sempre riescono a produrre abbastanza azioni offensive oppure non sempre realizzano quanto prodotto. Lei che spiegazione darebbe a questo aspetto?

“La prima spiegazione credo ce la fornisca Thiago Motta con la sua idea di gioco. La fase difensiva per lui è fondamentale e lo vediamo anche in campo. La costruzione parte dal basso, addirittura dal portiere, spesso si difendono palla al piede, un gioco in verticale. Da questo s’intende che la fase difensiva ha più importanza rispetto a quella offensiva. Molte squadre stanno adottando questa filosofia e lo si nota spesso in quei club la cui rosa deve ancora amalgamarsi perché magari hanno cambiato molto. Inizialmente, dunque, si punta maggiormente sul difendere che sull’attaccare. Penso che questa sia la strategia e uno dei motivi. Lo stesso Cabal, nella conferenza stampa successiva al match contro la Lazio, ha ribadito questo concetto ossia che l’allenatore dice sempre loro che occorre prima pensare a difendere e poi ad attaccare.

Un’altra motivazione c’è e non è legata al gioco di Thiago Motta che, comunque, sino ad ora i suoi risultati li ha portati perché la Juventus ha subito pochissimi gol. Il fatto è che, in fase offensiva, i bianconeri mancano un po’ di mordente. In primo luogo, alcuni giocatori nuovi non si sono ancora ambientati e alcuni, come Koopmeiners e Nico Gonzalez, sono anche stati vittima di infortuni.

In più sottolineo che, a mio dire, in fase di mercato estivo la Juventus ha errato a non pensare ad un vice-Vlahovic. Il numero 9 con lo Stoccarda, ad esempio, è stato parecchio in difficoltà perché era molto chiuso dagli avversari, ha ricevuto pochissimi palloni e non poteva fare più di tanto. Tuttavia, una figura come quella di Milik, manca. Non si sa bene quando tornerà disponibile e in estate è stato ceduto anche Moise Kean. Un giocatore come il polacco, secondo me,  potrebbe rappresentare un vice-Vlahovic o un compagno in grado di affiancarlo. Questo, a mio dire, si sta rivelando un passo falso che la Juventus sta pagando sotto il profilo realizzativo”.

Il Torino di Vanoli, dopo una partenza sprint, sta avendo un calo in termini di prestazioni. Cosa si aspetta dai granata in questa stagione?

“Da giornalista ho imparato a non dare giudizi affrettati, sia in negativo che in positivo. E’ vero, c’è stata la partenza sprint e ha stupito molto perché il Torino in estate ha cambiato tanto sia in entrata che in uscita. Soprattutto, ha cambiato la guida tecnica, affidandosi, secondo me, ad un ottimo allenatore. L’ho seguito con il Venezia e, indipendentemente dalla promozione, ha fatto un lavoro esemplare. La cessione di Buongiorno, a mio dire, ha tolto un perno difensivo importante anche se Coco potrà certamente cercare di non farlo rimpiangere.

In realtà, però, il Torino sta subendo molto difensivamente. Dunque, probabilmente, l’operazione Buongiorno è stata ottima per il mercato ma per la squadra lo è stata sicuramente meno. E poi, c’è da considerare l’assenza del capitano Duvan Zapata. Il Torino potrà dire la sua ma, se dovessi fare un pronostico nonostante sia ancora presto, lo vedo una squadra da metà classifica perché ha davanti squadre che si sono rinforzate molto e che possono ambire a qualcosa di importante nella lotta scudetto o nella zona europea”.

La Juventus ha perso Bremer per un gravissimo infortunio e lo stesso è accaduto al Torino con Duvan Zapata. Quanto pesano e peseranno queste assenze nel corso della stagione per i due club?

“Quella di Bremer rappresenta una perdita enorme per la Juventus. Quell’infortunio non ci voleva proprio sia per la squadra che per lui in quanto è un problema tosto e che richiede molto tempo per un pieno recupero. In realtà è una perdita importantissima sotto diversi aspetti tra cui quello umano, in quanto era divenuto un leader in campo e fuori, amatissimo dai tifosi. Inoltre, dava una solidità difensiva come nessun altro. Perderlo a inizio stagione non è facile. Kalulu e Cabal stanno comunque facendo molto bene. Dal punto di vista difensivo sarà dura ma nelle partite giocate senza il brasiliano, si è già visto che la squadra può farcela.

Stesso discorso per l’attaccante del Torino, Duvan Zapata. Capitano, perno dell’attacco granata. Sia la sua assenza che quella di Bremer pesano e peseranno tanto ma forse, ora come ora, quella dell’attaccante peserà di più a lungo andare vedendo la costruzione del gioco e per il resto della rosa ancora disponibile. La Juventus ha dei cambi che a livello difensivo possono dire la loro pur non essendo Bremer. L’assenza di Zapata mi pare essere più tosta. Non escludo che, nel corso della sessione di riparazione, le due squadre intervengano sul mercato per fronteggiare le due assenze”.

Juventus-Stoccarda: prima sconfitta stagionale per i bianconeri. Come valuta le prestazioni di Perin e di Yildiz?

“Prima sconfitta, aggiungerei brutta e meritata perché i 22 tentativi dello Stoccarda di cui 10 in porta, sono un segnale molto negativo per i bianconeri. La Juventus è andata in totale blackout, si è fatta dominare dal gioco molto offensivo degli avversari che avevano messo in difficoltà anche il Real Madrid. Al momento lo Stoccarda è decimo in Bundesliga ma lo scorso anno è arrivato secondo. Era una squadra da non sottovalutare e invece, a mio dire, la Juventus lo ha fatto. Capitolo cambi: scelte, secondo me, sbagliate. Non una lettura positiva del gioco e della squadra avversaria da parte di Thiago Motta.

E’ tuttavia la prima sconfitta stagionale che arriva per altro in Champions League, dove non esistono partite facili ma sicuramente ciò ha messo in luce quelli che sono ancora gli aspetti su cui la Vecchia Signora deve lavorare molto. E’ una Juventus comunque colpita dagli infortuni, le assenze sono pesanti. Però mi aspettavo una caduta da questo punto di vista perché mostra quello che è la Juventus, ossia una squadra ancora in costruzione. Poteva succedere ed è successo in un modo brutto. Ho avvertito una squadra che non ha lottato e questo è il rammarico.

La partita di Perin è stata stratosferica: penso che giocherebbe titolare in qualsiasi altro club di Serie A. Ha salvato la Juventus in diverse occasioni, non soltanto sul rigore. E’ un risultato tra l’altro fallace perché poteva anche essere maggiore il passivo rimediato. Il portiere è carismatico, serio. La conferenza stampa pre match, a mio dire, è stata esemplare per tutto ciò che ha detto. In tale occasione ha posto l’accento sull’importanza dell’aspetto mentale per la squadra, per lui stesso. Sono molto contenta del suo rinnovo. Le sue qualità erano ben note e sono molto soddisfatta di lui. E’ stato premiato anche come ‘Man of the match’.

Capitolo Yildiz: sinceramente non mi sta convincendo. Un tiro e mezzo nelle ultime 5 partite non rappresenta un bilancio da numero 10 e forse è questo il punto. Dargli quella maglia, secondo me, è stato un azzardo. Ha talento ed è innegabile ma non è ancora maturo, ha bisogno di tempo. La pesantezza di questa maglia, forse, inizia a farsi sentire. Nel match contro lo Stoccarda ha avuto diverse occasioni ma ha cercato conclusioni come se dovesse necessariamente dimostrare di essere bravo. In questo momento è discontinuo. Ha un enorme potenziale ma serve tempo. Per la prestazione di Champions League gli assegnerei non più di 5,5″.

Si ringrazia Marta Salmoiraghi per la disponibilità mostrata nei confronti della redazione di Piemonte Sport.

var url589764 = “https://vid1aws.smiling.video//SmilingVideoResponder/AutoSnippet?idUser=1381&evid=589764”;
var snippet589764 = httpGetSync(url589764);
document.write(snippet589764);

Puoi esserti perso

Altro sull'autore

+ There are no comments

Add yours