“Out of the pitch”: intervista a Simone Nasso: le sue impressioni su Juventus e Torino

Per la rubrica “Out of the pitch” abbiamo intervistato circa la Juventus e il Torino il corrispondente bianconero di Oggi Sport Notizie, Simone Nasso.

La Juventus e il Torino, da questa stagione, stanno vivendo un nuovo corso targato rispettivamente Thiago Motta e Vanoli. Si aspettava i risultati che le due stanno conseguendo? Si notano già dei cambiamenti significativi rispetto alle ere di Allegri e Juric?

Entrambe le squadre avevano bisogno di cambiare, perché bloccate in due progetti che, da tempo, erano arrivati alla loro conclusione, più o meno naturale. Sia nella Torino bianconera che in quella granata c’era bisogno di nuovi stimoli, nuove idee e nuovi volti. Detto ciò, non mi sarei mai aspettato dei cambiamenti così importanti e così immediati. Questo perché Thiago Motta e Vanoli, seppur entrambi molto bravi, venivano da due realtà diverse e, con tutto il rispetto, inferiori rispetto a quelle in cui sono attualmente. Invece hanno avuto il coraggio di “imporre” le loro idee fin da subito, anche con il rischio di andare incontro a degli errori. E per fare questo non basta essere solo un bravo allenatore, serve anche una grande personalità.

Per quanto concerne la Juventus, i cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti: questa squadra, dal punto di vista tecnico, tattico e dell’atteggiamento è totalmente diversa rispetto a quella della precedente gestione. La Juve ha il baricentro più alto, prova a dominare il gioco, ha un possesso che tende maggiormente alla verticalizzazione, si abbassa decisamente meno quando la palla ce l’hanno gli avversari ed è fortissima nelle riaggressioni. Poi ci andrà tempo per perfezionare il tutto ma intanto i cambiamenti, fin qui, sono significativi. Per quanto riguarda il Torino, quest’anno gioca molto più palla a terra, fa un calcio votato alle ripartenze e molto meno difensivista rispetto al passato. Il calcio di Vanoli è sicuramente più armonico e ragionato rispetto a quello frenetico e muscolare di Juric“.

Quasi in chiusura della scorsa sessione di calciomercato, Federico Chiesa ha salutato la Juventus per approdare al Liverpool. Si aspettava questo epilogo?

Assolutamente sì. Mi spiace solo che il tutto sia andato avanti fino a fine mercato, ma il destino di Federico Chiesa era ormai segnato da tempo. Il giocatore, già prima dell’arrivo di Thiago Motta, non aveva alcuna possibilità di restare in bianconero. I motivi sono molteplici, di natura tecnico-tattica, fisica e contrattuale. Detto ciò, il nuovo allenatore della Juventus non ha mai fatto i salti mortali per trattenerlo a Torino… E vedendo la duttilità di tanti elementi della squadra, capisco anche il motivo“.

In casa Torino, in estate, sono arrivati Adams e Coco. L’attaccante e il difensore stanno mostrando le loro qualità. Si aspettava, dai due, un impatto così significativo sin dalle prime battute della stagione?

Onestamente no. Entrambi hanno avuto un impatto devastante e, in pochissimo tempo, sono diventati due giocatori molto importanti della squadra di Vanoli, nonostante lo scetticismo iniziale della piazza granata. Ora dovranno essere bravi a dare continuità a questo ottimo inizio di stagione ma sono certo che, potendo godere della fiducia del mister, continueranno ad offrire prestazioni all’altezza“.

Juventus e Torino distano in classifica di un solo punto, con i bianconeri a quota 12 in solitaria e i granata a 11 insieme a Inter e Milan. Secondo lei, ad oggi, qual è il maggior punto di forza di ciascuna delle due squadre?

Per quanto riguarda la Juventus, oltre a quanto detto nella prima domanda, aggiungo che, appena i meccanismi della squadra saranno perfezionati, avrà una potenza offensiva straordinaria, sia sotto il profilo tecnico che dell’imprevedibilità. Pensate già alla partita di mercoledì, con il Lipsia: Yildiz e Koopmeiners non hanno brillato e Nico Gonzalez si è fatto male dopo 12 minuti. Nonostante ciò, la Juventus ha trovato 3 gol, grazie a un sontuoso Vlahovic e a un Francisco Conceição. Il portoghese, a parer mio, è destinato a diventare uno dei giocatori cardine della squadra di Thiago Motta. I bianconeri hanno tutte le capacità per esprimere il massimo delle potenzialità offensive anche contro quelle squadre che si difendono con un blocco basso, come fanno tanti club italiani. Ma, ribadisco, che per affinare i meccanismi, e di riflesso l’intesa, serve un po’ di tempo.

Il maggior punto di forza del Toro, invece, è quello di aver abbandonato vecchi schemi legati alla fisicità eccessiva e al dover per forza avere un determinato tipo di atteggiamento. Questo Toro è una squadra più “moderna”, che prova a giocare a calcio e che prova a farlo a viso aperto. A differenza del recente passato, prevedo un bel derby della Mole il prossimo 9 novembre“.

A proposito di Champions League, la Juventus ha battuto in rimonta il Lipsia: due infortuni (Bremer e Nico Gonzalez) e un’espulsione (Di Gregorio), Vlahovic e Conceicao mattatori di serata. Si aspettava una prestazione di questa portata della Vecchia Signora e cosa nota sia cambiato rispetto alle annate precedenti in fatto di “mentalità europea”?

Innanzitutto, un grande in bocca al lupo a Bremer. Ho avuto modo di vederlo al J|medical ieri mattina e, purtroppo, ancor prima del responso definitivo, si era già capita la gravità della situazione. Gleison è un guerriero: sono certo che, quando tornerà in campo, riprenderà quel percorso che lo stava portando ad essere uno dei difensori più forti al mondo.

Per quanto riguarda la partita con il Lipsia, mi aspettavo un incontro di questo tipo… Ecco, forse con meno emozioni. Devo dire la verità: quando la Juve è rimasta in 10 e, poco dopo, ha subito il gol del 2-1 su calcio di rigore, ho pensato che per i bianconeri la partita potesse essere finita. Ma questa Juventus ha svoltato anche sotto questo punto di vista e, il cambio di mentalità, sta tutto in questa frase pronunciata da Thiago Motta al termine della partita: “Vittoria del gruppo, in 10 abbiamo cercato di andare avanti e giocare a calcio. I ragazzi erano convinti di andare avanti per fare male fin dall’inizio e anche con un uomo in meno”.

Si ringrazia Simone Nasso per la disponibilità prestata nei confronti della redazione di Piemonte Sport.

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