Venezuela, proteste contro vittoria Maduro: 2 morti, decine di arresti

(Adnkronos) –
Proteste in Venezuela contro la proclamazione della vittoria di Nicolas Maduro alle elezioni presidenziali. In tutto il Paese, da Zulia a Bolivar, passando per Caracas, Valencia, Miranda, Aragua e La Guaira , manifestanti sono scesi in piazza per protestare. Due persone sono morte e 46 sono state arrestate.  Diverse statue del defunto leader venezuelano Hugo Chavez sono state prese di mira dai manifestanti. Sui social circolano le immagini del momento in cui negli stati di La Guaira o Carabobo, nella zona di Caracas, gruppi di manifestanti fanno crollare il monumento a Chavez. Fatti confermati da Maduro, che ha alluso a interferenze da parte dei 'gringos', gli Stati Uniti. "Hanno cercato di abbattere statue erette in omaggio al comandante presidente Hugo Rafael Chavez Frias. Sono riusciti ad abbattere l'iconica statua del comandante Chavez sulla piazza Bolivar-Chavez di La Guaira", ha lamentato Maduro paragonando quanto accaduto alle "immagini tipiche delle rivoluzioni colorate promosse dai gringos in tutto il mondo". Giganteschi cartelloni elettorali sono stati bruciati, punti nevralgici del Paese come l'aeroporto di Maiquetía sono stati occupati.  Le proteste sono iniziate sui balconi delle case, poi si sono spostate in strada. Con il passare delle ore, la situazione è degenerata in scontri con la polizia. Foro Penal, un'organizzazione venezuelana per i diritti umani, riferisce che 46 manifestanti sono già stati arrestati. È stata confermata la morte di almeno due persone e i social riportano altri decessi, anche se non verificati, scrive El Pais. La maggior parte degli arresti è avvenuta a Barinas, e ad Anzoátegui. Il resto nel Distretto della Capitale e ad Aragua, Zulia, Carabobo, Miranda e Mérida. A questo bilancio si aggiunge quello comunicato dalla Difesa venezuelana, che parla di 23 membri delle Forze armate nazionali bolivariane feriti, alcuni "con armi da fuoco". "Non permetteremo che il Venezuela torni ai periodi bui del 2014, del 2017 e del 2019", ha dichiarato il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino, esortando "i cittadini e le forze politiche del Paese a mantenere la calma". "Ieri i venezuelani hanno deciso e ci hanno dato una dimostrazione di senso civico. Non deludiamo il popolo che ieri ha votato per la pace”, ha affermato. La leader dell'opposizione venezuelana, María Corina Machado, ha dichiarato la vittoria del candidato Edmundo González con il 73% dei voti (6,2 milioni). Machado, che ha attribuito a Nicolas Maduro 2,7 milioni di voti, ha spiegato che sono stati digitalizzati i verbali del voto. "La verità che abbiamo detto di voler affermare è già stata verificata nel mondo. La differenza è stata schiacciante. La differenza è stata evidente in tutti gli Stati del Venezuela, abbiamo vinto in tutti, avete vinto voi", ha dichiarato durante una conferenza stampa in cui si è rivolta a González. Da parte sua, il candidato alle presidenziali ha parlato ai suoi sostenitori "con la calma della verità": "Voglio dire con totale responsabilità a tutto il popolo venezuelano che la volontà espressa attraverso il loro voto sarà rispettata. Questa è l'unica strada per la pace. I risultati mostrano la nostra vittoria categorica e matematicamente irreversibile. Voglio ringraziare la comunità internazionale per la sua solidarietà e il suo sostegno al Venezuela in questo momento. La nostra vittoria è storica", ha dichiarato. Machado ha poi definito le manifestazioni che si stanno svolgendo in diverse parti del Paese "espressioni di cittadini che resistono" al fatto di essere "derubati del loro futuro, di non conoscere la verità". "Sono espressioni legittime di fronte a un regime illegittimo”, ha detto per poi invitare i suoi sostenitori a manifestare oggi tra le 11.00 e le 12.00 (ora locale) contro Maduro: “Vogliamo chiamare a raccolta tutti i venezuelani che sono andati a votare per il cambiamento e che vogliono che il Venezuela sia libero e dignitoso". Il ministero dei Trasporti venezuelano ha annunciato la sospensione temporanea dei voli verso Panama e la Repubblica Dominicana a partire da domani, in segno di protesta per le recenti prese di posizione delle autorità di questi Paesi sulle elezioni presidenziali venezuelane. Caracas ha preso la decisione "in linea con il recente comunicato del governo del Venezuela che respinge le azioni di ingerenza dei governi di destra, apertamente impegnati nei postulati ideologici del fascismo internazionale e basato sui principi della piena sovranità, tenendo conto della presunzione di utilizzo dell'aviazione civile per scopi non compatibili con i principi di sicurezza, nonché dei diritti aerocommerciali tutelati". Qualche ora prima, Panama aveva annunciato la sospensione delle relazioni bilaterali con il Venezuela e il ritiro del personale diplomatico "fino a quando non sarà stata effettuata una revisione dei risultati" delle elezioni presidenziali. Da parte loro, le autorità venezuelane hanno ordinato l'espulsione delle rappresentanze diplomatiche di questi due Paesi – oltre che di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù e Uruguay – e il ritiro dei propri rappresentanti da questi stessi Paesi, accusati di non riconoscere la vittoria del presidente Nicolás Maduro alle elezioni presidenziali. Il presidente della Repubblica Dominicana, Rodrigo Chaves, aveva "respinto categoricamente" la proclamazione di Maduro a presidente del Venezuela, considerata "fraudolenta". "Lavoreremo con i governi democratici del continente e con le organizzazioni internazionali per garantire il rispetto della volontà del popolo", aveva aggiunto.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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