PIANEZZA – Un vero e proprio terremoto. A Pianezza quest’anno è successo davvero di tutto. Dal cambio di ambizioni in campionato, passando per gli avvicendamenti in panchina e società e arrivando alla strettissima attualità: dopo la salvezza conquistata sul campo da Mantegari, Dilonardo e compagni, la società avrebbe deciso di ripartire da zero, con un nuovo allenatore e soprattutto con una nuova rosa di calciatori. Cosa significa? Che il 99% della rosa di quest’anno non è stata confermata e come denunciato dal capitano, Alberto Dilonardo, la società non avrebbe avvisato i propri calciatori della scelta.
Una denuncia che trova conferma con quanto raccontato da Mantegari in queste settimane a Sprint&Sport. Il tecnico, infatti, dopo aver raggiunto l’obiettivo sul campo, non sarebbe stato contattato dalla società per ricevere la comunicazione di fine rapporto. Come lui, quindi, anche il gruppo squadra, a partire da Alberto Dilonardo.
“Prima delle ultime partite la società si è presentata negli spogliatoi, chiedendoci la salvezza e assicurandoci che l’ossatura della prossima stagione era questa con l’aggiunta di qualche nuovo rinforzo. A questo si è aggiunta la promessa di un premio, anche solo simbolico come una grigliata o una cena in caso di salvezza. Bene, noi ci siamo salvati e l’unica cena che abbiamo fatta l’ho organizzata io con tutti i ragazzi. Nessuno ci ha dato nulla”, tuona il capitano rossoblù.
“Da tre-quattro settimane la società ha smesso di parlarci – spiega Dilonardo – Noi sappiamo quello che abbiamo fatto. Sappiamo cosa abbiamo passato: dalla mancanza di palloni alle divise non lavate e via dicendo. Sapevamo che il nostro obiettivo era la salvezza e lo abbiamo raggiunto. Eppure se io non mi fossi interessato in prima persona, la società non mi avrebbe comunicato la loro decisione, ossia quella di mandarmi via. A me come a tutti gli altri. Eppure, in questi giorni, stando a quanto mi hanno raccontato i diretti interessati, la società ha contattato diversi giocatori. La cosa che mi rattrista è che a me, che sono il capitano, che ho dato tutto per questa società nonostante le difficoltà, non ho ricevuto neanche una comunicazione. Pertanto, di mia sponte, senza avvisare nessuno, un giorno mi sono presentato al campo sportivo. Parlando con il nuovo allenatore (Giampiero Beretti, ndr) mi è stato detto che io non rientravo nel progetto”.
Dilonardo entra poi nel dettaglio: “All’inizio mi è sembrato strano. Durante tutto l’anno ho ricevuto attestati di stima da parte del presidente e della dirigenza. Mi era stato detto che sarei stato il pilastro da cui ripartire. Immediatamente ho chiamato il presidente gli ho chiesto spiegazioni. La sua risposta è stata semplice: siccome il nuovo allenatore porta 7-8 giocatori nuovi, il mio rimborso era un peso. Questo è stato il trattamento per chi si è dovuto pagare la visita medica, si è dovuto lavare con le docce fredde durante tutto l’anno e, come detto prima, ha faticato ad avere le divise pronte per le varie partite. Nonostante mille, mille difficoltà siamo riusciti a salvarci. Una domenica non c’erano le distinte e la segreteria era chiusa, assurdo”.
“Io voglio ringraziare tutti i ragazzi della squadra – conclude – Mi hanno seguito durante tutto l’anno. Non hanno mai mollato. Eravamo giovani, ma ci siamo comportati da veri uomini. Sono contento che siamo riusciti ad organizzarci la cena-premio da soli. Eravamo tutti contenti di vederci. Un gruppo fantastico, andato oltre le difficoltà e che non meritava questo trattamento. Ci siamo sempre detti che la società eravamo noi. Noi che siamo stati in grado di sopperire a tante mancanze. Nessuno chiedeva la luna, ma un po’ di rispetto quello sì. Ripeto, se non andavo io stesso al campo a parlare con la società, io per primo non conoscevo il mio futuro”.