TORINO – Oggi, 23 maggio, celebriamo la Giornata Internazionale del Calcio Femminile, una ricorrenza ancora poco conosciuta ma di grande importanza. Questa giornata rappresenta un’opportunità per riflettere non solo sui traguardi raggiunti nel calcio femminile, ma anche per immaginare un futuro ancora più brillante. I numeri indicano chiaramente uno sviluppo innegabile del movimento, ma questa crescita numerica si traduce davvero in un progresso concreto? Secondo la nostra modesta opinione, la risposta è no.
Facciamo un passo indietro: i numeri, come già citato, sostengono il movimento; secondo quanto riportato da “L Football”, tra il 2008 e il 2022, le calciatrici tesserate sono quasi raddoppiate, passando da 18.854 a 36.552, con una crescita percentuale del 93,9%. Oltre ai tesseramenti, anche la fan base è cresciuta, con 10,2 milioni di tifosi nel 2021 (il 20% della popolazione). Questo incremento potrebbe permettere al movimento femminile di passare dai 6,6 milioni di euro del 2021 ai 46,7 milioni di euro, previsti per il 2033 in termini di ricavi commerciali.
Tuttavia, nonostante le percentuali positive, la situazione sui campi dilettantistici non è altrettanto rosea, almeno in Piemonte. Considerando solo la stagione in corso, il disinteresse delle istituzioni è stato palpabile, secondo quanto riportato dalle numerose lamentele delle società e dei tifosi nel corso dell’anno.
Ad esempio, i campi di Rocchetta Tanaro e di Borgosesia, scelti rispettivamente per le finali di Coppa Italia Eccellenza e per la finale playoff di Eccellenza, sono stati giudicati inadeguati da società e tifosi. Il campo della finale di Coppa non era all’altezza di una finale (forse, per la coltivazione delle patate sì), mentre quello di Borgosesia, pur avendo un buon terreno di gioco, era situato a 116 chilometri da Torino e a 46 da Bellinzago Novarese, rendendo difficile la partecipazione dei tifosi, vista anche il turno infrasettimanale.
Le polemiche verso le istituzioni si sono protratte anche per altre questioni, come la mancata premiazione al termine dei Gironi A e B (avvenuta solo in secondo momento, precisamente una settimana dopo la conclusione della fase playoff), la calendarizzazione dei playoff e le modalità con cui sono stati strutturati i playout.
A coronare questa giornata internazionale, vi è la graduatoria (definitiva) del Progetto Valorizzazione Giovani Calciatori, che ha premiato le società più virtuose nell’uso di calciatori fuoriquota oltre gli obblighi regolamentari, a cui sono stati destinati premi per un totale di 90.000 euro. Tuttavia, nonostante la bella iniziativa, il comparto femminile non ha ricevuto nemmeno un centesimo di questi fondi.
In conclusione, il calcio femminile cresce indubbiamente in termini numerici, ma possiamo affermare lo stesso riguardo ai progressi concreti? Oggi, nella Giornata Internazionale del Calcio Femminile, alla luce di questa realtà, non abbiamo molto da celebrare, ma resta, piuttosto, la consapevolezza di quanto lavoro ancora ci sia da fare per accrescere realmente il movimento.