Combattere il bullismo con il taekwondo, l’intervista ad Alfredo Mulè: “Ci sono storie bellissime”

VINOVO – Combattere contro ogni forma di bullismo e forma d’odio. Il Team Mulè di Vinovo, guidato dal maestro di taekwondo Alfredo Mulè, è diventato una vera e propria istituzione in Piemonte. Grazie all’arte marziale coreana, nato fra gli anni 1940 e 1950, basato principalmente sull’uso di tecniche di calcio, 65 atleti, che vanno dai 3 ai 68 anni, imparano le tecniche di combattimento volte alla difesa personale. Tra questi ci sono due storie speciali: quelle della giovane Ludovica e Matteo, entrambe vittime di violenze e rinati letteralmente grazie a questo sport. Ne abbiamo parlando con il loro maestro, Alfredo Mulè.

Buongiorno Alfredo, da quanto insegna taekwondo?

“Insegno Taekwondo da 30 anni nel torinese. Sono partito da Torino, dove ho iniziato 20 anni fa, poi mi sono trasferito a Vinovo dove lavoro tutt’ora”.

In questi 30 anni ha aiutato molti ragazzi ad uscire dalla lotta contro il bullismo, come Ludovica…

“Esatto. Lei, a 9 anni, era vittima degli atteggiamenti dei suoi compagni, tanto da dover cambiare scuola: prima andava alla Loggia, poi ha dovuto trasferirsi a Vinovo. La famiglia è venuta a cercarmi per chiedermi una mano. Volevano che la ragazza acquisisse sicurezza grazie al taekwondo. Mi ricordo che quando ha iniziato abbiamo lavorato su tutte le paure e le incertezze”.

Lei poi si è appassionata?

“Assolutamente sì. Il 26 maggio diventerà striscia verde del corso Tiger. Se pensiamo che tutto è iniziato da una “necessità” per affrontare i bulli, che la picchiavano e deridevano, e adesso è diventato il suo sport preferito, tanto da praticarlo in modo agonistico, è fantastico”.

Mentre il giovane Matteo?

Lui era stato picchiato dal branco. Gli avevano rotto una mascella. Adesso è cintura nera.

È la prima volta che le capita questo tipo di percorso?

“No, è capitato anche con un ragazzo balbuziente. Lui, in quel caso, è stato con me per 9 anni, fino ai suoi 18 anni. Poi ha trovato la sua strada”.

In che modo il taekwondo può salvare dal bullismo?

“Guardi, io mi sono formato proprio su questa branca. Proprio sabato ho fatto un corso con il taekwondo Libertas per seguire tutte le linee guida dal punto di vista mentale e psicologico”. 

Le persone migliorano?

“Sì. Ad esempio Ludovica è cambiata tantissimo ed è una cosa bellissima. I ragazzi acquisiscono una sicurezza e sbocciano letteralmente”. 

A microfoni spenti mi ha detto che avete allievi che vanno dai 3 anni ai 68-70. Cambia qualcosa nell’approccio di questo sport?

“No, non cambia nulla. Rimane tutto uguale. Non facciamo nessuno sconto (ride, ndr)”.

 

 

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