COLLEGNO – No, il San Paolo Torino non le ha mandate proprio a dire. Dopo l’ennesimo episodio dubbio, la società torinese ha deciso di fare “rumore”. Tutto nasce durante la gara persa contro la Pro Collegno, in Seconda Categoria (Girone D). Come è possibile vedere nelle immagini diffuse dalla stessa società sui social, i biancoazzurri lamentano la mancata concessione di due calcio di rigore nella sfida di ieri pomeriggio, domenica 21 aprile.
Nel filmato si vede l’intervento scomposto di un giocatore della Pro Collegno, che, mancando l’intervento di testa su un cross proveniente dalla sua sinistra, finisce per toccare il pallone con il braccio. L’intervento, stando a quanto si vede dalle immagini, lascerebbe pochi dubbi, in quanto la giocata del rossoblù è scomposta. Il San Paolo Torino lamenta anche un altro episodio da “Var”, ossia una spinta in area di rigore non punita dal direttore di gara.
Ai microfoni di Piemonte Sport è intervenuto il vicepresidente del San Paolo, ossia Domenico Alfano. “Devo essere onesto”, spiega. “La nostra società non sta disputando la sua miglior stagione, anzi il nostro rendimento è al di sotto delle nostre qualità. Questo però non giustifica il fatto che ogni giornata ci ritroviamo a giocare sempre 11 contro 12 (13 se si presenta il commissario di campo)”. Sono parole dure quelle del dirigente biancoazzurro. Il malcontento si trascina da più settimane e questo Alfano lo sottolinea: “In tutte le partite disputate ci siamo ritrovati a dover commentare ammonizioni campate per aria, rossi sventolati a cuor leggero come se ci fosse già la regola del cartellino azzurro o come se fosse un modo per redarguire i nostri giocatori. Per non parlare di rigori non dati e fuorigioco mai visti. Ci troviamo a dover “lottare”, oltre che con gli avversari, con direttori di gara “spocchiosi”, “arroganti” e “sinceramente scarsi”, che si permettono di venire in panchina e prenderci in giro per la nostra posizione di classifica”.
Lo sfogo di Alfano prosegue. “Ora si è toccato il fondo. Siamo brava gente, un mix di uomini giovani e con esperienza. Gioco a calcio da quando avevo 5 anni e sinceramente tutto questo non l’avevo mai visto. Ci troviamo costretti a riprendere le partite perché ora si è toccato il fondo e dopo ieri onestamente abbiamo iniziato a scavarlo. Vi consiglio di vedere il dato dei nostri cartellini e delle nostre squalifiche. Sembra che siamo terroristi, una squadra di gangster d’altri tempi! Abbiamo un giocatore squalificato per 6 giornate per essersi preso due pugni in faccia dopo che era andato a difendere il nostro portiere che a sua volta si prese un calcio sulla schiena a partita terminata, un mister che ha praticamente saltato tutto il girone d’andata per squalifiche ridicole e assurde solo per la supponenza e la voglia di protagonismo di due direttori di gara tanto arroganti quanto incompetenti”.
“Ora dico basta! Mi rivolgo a voi perché siete l’unico modo per dare visibilità a questa nostra sacrosanta protesta. Io capisco tutto, capisco che mandino ragazzini ad arbitrare partite importanti, capisco che questi giovani arbitri si ritrovano da soli contro 22 giocatori (più panchina, dirigenti e pubblico) ma non è più concepibile il trattamento che ci stanno riservando né tantomeno i modi ed i toni con cui si rivolgono a noi. Le società pagano per disputare i campionati e hanno spese gestionali che ogni stagione diventano sempre più elevate! Onestamente iniziamo a domandarci se conviene ancora fare tutto ciò per mantenere anche una classe arbitrale che non ci rispetta (e sono sicuro che come noi ci sono anche altre società). È facile puntare il dito sempre contro le squadre ed i giocatori, ma è ora di puntarlo contro gli arbitri e chi li gestisce”.
I video dei due episodi che hanno scatenato la polemica