Abbattere le barriere di genere attraverso il calcio, la storia di Martina Parlagreco

TORINO – Siamo tristemente abituati a leggere di ragazze che si sono appassionate del calcio esclusivamente attraverso la propria forza di volontà, andando contro i pregiudizi e, spesso, anche al parere contrario delle famiglie, che desiderano per le proprie bambine sport “più attinenti al mondo femminile”. La storia di Martina Parlagreco, calciatrice futsal dell’Atletico Taurinense, è intervenuta ai microfoni di Piemonte Sport per raccontarci non solo della sua carriera, ma anche del suo impegno a promuovere il calcio femminile, con lo scopo di aiutare le giocatrici di domani ad appassionarsi di questo sport libere dai pregiudizi.

Il calcio è entrato nella vita di Parlagreco grazie al suo amorevole padre, anche lui grande appassionato e praticante del gioco: “La passione per il calcio è nata quando avevo solamente cinque anni; è stato mio papà a farmi approcciare a questo mondo. Da lì è iniziata la mia carriera”. La sua avventura nel calcio a undici ha condotto Martina a vestire la maglia dell’Alessandria Women, dapprima giocando nella primavera per poi esordire, a soli 14 anni, con la prima squadra, che al tempo militava in Serie B. La protezione di suo padre e la sua determinazione, hanno respinto qualsiasi giudizio negativo, consentendo a Parlagreco di emergere: “Mio padre ha sempre voluto che gli altri bambini giocassero con me a pari livello, senza precludersi solo perché fossi una ragazza. In privato, inoltre, mi ha sempre stimolata a fare di più: è stato il mio primo tifoso, ma anche il mio primo critico, perché dovevo sempre dimostrare di essere al top delle condizione, partita dopo partita”.

L’apice della carriera è giunto all’età di 17 anni, momento in cui Martina ha ricevuto la convocazione della Nazionale per partecipare all’Europeo di Praga; tuttavia, un momento di svolta inaspettato, l’ha condotta verso una nuova sfida: il passaggio al calcio a cinque. “Il mio approccio al mondo del futsal è stato un po’ casuale: ho sempre giocato sul rettangolo verde, e dopo la Nazionale sono andata a giocare al Lagaccio, a Genova, ma nonostante gli allenamenti e l’impegno non giocavo. Chiesi al Presidente di cedermi per tornare a Torino: la risposta fu negativa, dovevo trovare una squadra che mi pagasse tanto quanto mi avevano pagata acquistandomi dal Voghera. Il mio cartellino costava troppo, così decisi di cambiare sport: da lì mi sono approcciata al futsal”.

Inizialmente pensato come un cambiamento di poca levatura, il calcio a cinque ha rivelato alla nostra protagonista un mondo completamente diverso: “Pensavo fosse semplice, da sempre il calcetto viene definito come ‘lo sport degli anziani’, invece ho scoperto un mondo diverso, e ho dovuto lavorare tanto. Ho avuto la fortuna di aver avuto un allenatore che mi ha appassionata a questo mondo”.
Quello ‘sport degli anziani’, ha condotto Parlagreco a successi invidiabili: nel 2018, ha conquistato il gradino più alto del Torneo delle Regioni, nella prima storica vittoria del Piemonte; nell’annata 2020/2021 si è aggiudicata il campionato di Serie C, e nel 2022/2023 ha vinto sia la Coppa Regionale, sia le Final Four.

Oggi, Martina non solo eccelle a livello agonistico, ma si impegna anche per sostenere e ispirare le giovani giocatrici. Attraverso il suo coinvolgimento in progetti come Balon Mundial, cerca di condividere la sua esperienza e la sua passione con la prossima generazione di atlete, incoraggiandole a perseguire grandi obiettivi e a non lasciarsi scoraggiare dalle critiche esterne: “C’è ancora un abisso che separa il calcio femminile da quello maschile, anche se il settore è cresciuto in modo considerevole negli ultimi anni; per quanto riguarda il futsal in generale (anche per la maschile), siamo ancora molto indietro in materia di considerazione. Mi piace cercare di appassionare le bambine a questo sport: oltre ad allenare i bambini, aiuto le ragazze di categorie inferiori nei tornei, al fine di aiutare le ragazze a migliorarsi, portando loro non solo la mia esperienza, ma anche la mia voglia di prefissarsi degli obiettivi: è importante porsi dei grandi traguardi da raggiungere, perché questi ti consentono di lavorare tanto e di migliorarsi costantemente”.

La storia di Parlagreco dimostra che le barriere di genere nel mondo dello sport possono essere superate attraverso il talento, il duro lavoro e il sostegno reciproco: “Consiglio alle bambine che vogliono approcciarsi a questo sport di non arrendersi e di fregarsene del giudizio esterno: se dai il buon esempio e ti impegni nel perseguire i tuoi sogni, nessuno ti potrà mai dire niente”.

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