Oggi, 6 aprile, si celebra la Giornata internazionale dello Sport per lo sviluppo e la pace proclamata nell’agosto del 2013 dall’Assemblea Generale dell’ONU. Un’occasione di riflessione prima ancora di una grande festa. In un’epoca di agonisti e perfezionisti in cui si guarda troppo spesso al raggiungimento di record e risultati, è un bene riscoprire la massima di Italo Calvino, secondo cui “il divertimento è una cosa seria”.
Lo sport, nato proprio come strumento di divertimento, lo conferma in qualità di attività di svago mirata al benessere psico-fisico, ma soprattutto in veste di bagaglio e promotore di valori. Il raggiungimento della parità di diritti è uno dei temi spinosi che lo sport ha sempre preso a cuore insieme a quello della diversità, spesso visto come un tabù o soggetto ai luoghi comuni e alla retorica. La manifestazione sportiva rappresenta un’occasione unica da cogliere per abbattere le barriere, quelle fisiche, certo, ma in primis quelle culturali.
Un’opportunità per costruire un racconto appassionante e universale nel quale ognuno possa riconoscere sé stesso e prima ancora un ideale. Lo sport è arte, cultura e universo di storie. Un grande racconto che ognuno può narrare con la propria voce, sfidando paure e pregiudizi. La voce di tutti, professionisti e dilettanti, atleti paralimpici e tifosi. Lo sport come una fonte inesauribile di emozioni che possono ispirare fino a cambiare il mondo.