TORINO – Le condizioni meteo hanno reso la 15ª edizione della 24 Ore di Torino, organizzata al Parco Ruffini dal Club Super Marathon Italia, ancora più dura per gli oltre 200 ultrapodisti iscritti . E’ indubbio infatti che correre con appena 6 gradi sulla colonnina, sotto una pioggia incessante, aumenta enormemente la difficoltà per chi affronta una prova di endurance.
I norvegesi Simen Holvik (Gti Friidrett) e Line Caliskaner (Romerike Ultraløperklubb), hanno letteralmente dominato la prova regina sulle 24 ore. Vittoria mai in discussione tra le donne per Caliskaner, protagonista di una gara sensazionale che l’ha vista per lunghe ore sullo stesso passo del capofila degli uomini Holvik. L’atleta classe 1972 (seconda assoluta) ha vinto con 228,003 km e per pochissimo non ha conquistato il record della corsa, di proprietà della ceca Petra Pastorova (230,997 km nel 2023).
“Non sapevo di essere andata così vicina al primato – così Line Caliskaner, project manager nel campo della finanza -, è stata davvero dura per le condizioni climatiche: avrei preferito correre 24 ore con 30 gradi anziché con tutto questo freddo e pioggia. Un clima più norvegese che italiano, direi. A parte questo, è stata una gara perfetta per l’organizzazione, il percorso e il contesto”.
Seconda piazza con 177,743 km per Michela Ruzza (GS Interforze Torino) atleta di casa che più di casa non si può: non solo è piemontese, non solo è torinese, ma si allena proprio al Parco Ruffini. “Questa è la mia palestra a cielo aperto visto che abito qui vicino– afferma Ruzza, che oltre a essere ultrapodista è una maestra della Scuola primaria -. Non mi sarei mai aspettata di salire sul secondo gradino del podio della 24 Ore di Torino, sono contentissima. Raramente avevo visto il Parco Ruffini così allagato, diciamo che quando ci sono queste condizioni climatiche non corro mai”. Terza al debutto sulla distanza con 166,194 km la lombarda Francesca Scola (Vegan Power Team).
Quanto alla 24 ore maschile, il norvegese Simen Holvik con 246,435 km ha fatto registrare la terza migliore prestazione dell’ultracorsa del Ruffini, dopo il record ottenuto dal britannico Robert Britton nel 2023 con277,439 km e la prova del tedesco Florian Reus, 263,899 km nel 2015, anno in cui la gara torinese ospitò il Mondiale di specialità. “Il mio obiettivo era correre 265 km per migliorare di un chilometro l’attuale record nazionale norvegese, ma con questo clima non era proprio possibile – ha spiegato Holvik -. Ho comunque ottenuto la distanza necessaria per qualificarmi per la squadra nazionale norvegese ai prossimi Mondiali di 24 ore in Francia”. Completano il podio della 24 ore maschile due ultrarunner italiani. La medaglia d’argento è infatti andata all’emiliano Fabio Costi (Bergamo Stars Atletica) con 197,142 km, mentre il bronzo a Pier Giuseppe Monegato (Running Saronno) con 187,281 km.
Nella gara sui 100 km, dedicata alla memoria di Attilio Liberini, lo spagnolo Penalba Lopez Ivan (Metaesport Valencie) ha letteralmente sgretolato il vecchio primato chiudendo la sua fatica in 6h54’32”. L’atleta iberico, mantenendo un passo sempre rapido e costante, ha inanellato una serie di giri identici l’uno all’altro tra lo stupore dei presenti. Si è dovuto accontentare del secondo posto in 7h48’46” Alessio Grillini (Liferunner), vincitore due settimane fa della 8 ore di Fano, altra ultracorsa organizzata dal Club Super Marathon Italia. Terza piazza infine per Benito Pasquriello (Bergamo Stars Atletica), in 8h30’16”. La 100 km femminile ha invece visto il successo della svizzera Julia Fatton (TV Rheinau 1893), con il tempo di 9h45’36”, secondo gradino del podio per Elena Cantone (Aries Como Athletic Team), terza la svedese Anna Simonsoon (Bergen Løpeklubb), all’esordio sulla distanza, in 11h30’27”.
Tutti italiani invece i podi della 8 ore. Tra le donne si è imposta Elisa Giordano (Team Marguareis), capace di completare 85,59 km, alle sue spalle Elena Cristina Floreani (Aquile Friulane) con 80,03 km appena davanti a Gaia Porcellini (Valgerola Ciapparelli), medaglia di bronzo con 79,51 km. Nella 8 ore maschile vittoria in ex aequo con la stessa identica misura, 90,96 km, di Cristian Re (G.P. Talamona) e Davide Giribaldi (Runrivierarun), terza piazza con 90,35 km invece per Cristiano Rollo (Impossible Target), ultrapodista classe 1974 di Collegno capace di concludere per tre volte la temibile Spartathlon.