NOVI LIGURE – “Le bocce, uno sport antico dal cuore giovane”. Questo il motto che ha caratterizzato la giornata di una sessantina di studenti del Liceo “Amaldi” di Novi Ligure in provincia di Alessandria. Dopo aver esaminato in aula con i docenti i video realizzati dal Comitato Regionale del Piemonte che illustravano le specialità dello sport boccistico, i giovani novesi hanno avuto la possibilità di vivere direttamente l’esperienza del nostro sport presso la Bocciofila Novese.
Una “full immersion di bocce” a tu per tu con campioni e giovani promesse che sul campo hanno dato un saggio della loro bravura.
Il sette volte iridato Luigi Grattapaglia con il compagno di squadra Alberto Cavagnaro (entrambi reduci dalla conquista del “triplete” – Coppa Italia, Coppa Europa, Campionato – con la BRB Ivrea), il novese Marco Carlevaro atleta della Chiavarese e alcuni giovani della scuola bocce dell’astigiana Pro Valfenera hanno prima gareggiato per illustrare le prove della specialità Volo, di precisione e veloci, poi si sono dedicati con passione e grande disponibilità ad insegnare, con l’istruttore regionale Silvio Marello, tecniche e postura del corpo nel lancio della boccia, sia in accosto che in bocciata.
Un’occasione importante per dimostrare come le bocce siano uno sport inclusivo e “puro”, lontano da bullismo e aperto a tutti. Un plauso alla Bocciofila Novese, al suo presidente Massimo Desimoni per il grande lavoro svolto e al gruppo di lavoro della Federazione è arrivato direttamente dal Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere che si è dimostrato entusiasta dell’iniziativa rimarcando il ruolo aggregativo che riveste l’attività boccistica, evidenziando l’impegno atletico che le bocce richiedono.
La presentazione dell’evento era affidata a Mauro Bavastri, addetto stampa regionale FIB Piemonte, che si è avvalso del supporto organizzativo e tecnico di Giorgio Roetto, responsabile regionale dell’attività scolastica, e dei direttori di gara Mario Carlini, Antonio Sartoretto e Gianpaolo Polo. Poi, per tutti, un rinfresco e l’arrivederci sui campi, con qualche giovane che, rivolgendosi al proprio docente, ha affermato “Prof, quando torniamo a giocare a bocce?”.