ALPIGNANO – “Meno politica e più calcio”. Lo slogan è di Christian Bellanova, responsabile del settore giovanile dell’Alpignano, che ha lanciato una proposta che sicuramente farà discutere. Tutto ruota intorno all’Under 13, per i romantici la categoria una volta chiamata Esordienti, e alla formula dei campionati regionali, che li rende sempre meno affascinanti e più simili ad un campionato provinciale riservato alle migliori.
Mai come quest’anno, per diversi motivi, l’approccio alla categoria Under 14 è stato complicato per i giovani calciatori. Secondo Bellanova, uno dei tanti motivi, sta nel passaggio dal calcio a 9 al calcio a 11. “Io penso che nella seconda parte della stagione, gli Under 13 debbano giocare a 11”, ha detto Bellanova ai microfoni di Piemonte Sport. “Cambia tutto. Sia a livello psicologico che pratico. Pensate ad un portiere, che si trova nel giro di poche settimane da una porta a dimensioni ridotte a una porta regolamentare. Credo sia normale che ci metta del tempo a prendere le misure. Anticipando questo passaggio nella seconda parte della stagione, per intenderci quella dopo le vacanze di Natale, il calciatore inizia a prendere già confidenza con la categoria successiva. Ora come ora i ragazzi arrivano in Under 14 impreparati”.
Non solo. Nelle proposte fatte alla Lnd, Bellanova ha chiesto di pensare ad un cambio nella creazione dei prossimi campionati regionali. Proprio nella categoria Under 14 si vedono risultati clamorosi, con partite finite 10, 9, 8 a 0 e classifiche spaccate dopo poche giornate. “Bisogna ricordare che questo è sempre il Settore giovanile scolastico. I ragazzi devono crescere, non abbattersi. Mettetevi nei panni di una società con poche possibilità di creare una squadra all’altezza e deve affrontare magari una società top. Dopo che la sfida finisce tanto a poco, i ragazzi come stanno a livello psicologico? Bisogna cambiare la formula”.
Bellanova prosegue. “Una volta, chi disputava un campionato regionale, poteva giocare contro realtà lontane, magari della città di Novara, Biella o Vercelli, giusto per dire. Adesso i campionati regionali sono diventati dei provinciali, ma con le migliori squadre, nei casi migliori. Perché in molti altri casi si vedono tornei spaccati a metà, con un abisso incolmabile tra le prime e le ultime. Le partite sono poco formative e questo penalizza tutto il movimento. Le persone non vanno a vedere le partite e i giocatori non sono stimolati. Bisogna che qualcuno inizi a pensarci. Meno politica nel calcio piemontese”.