Figuraccia delle istituzioni: la Femminile Juventus deve rinunciare alla Coppa Italia

Del calcio femminile non frega niente a nessuno. È inutile girarci troppo intorno. O almeno, non interessa minimamente a chi decide e organizza le massime manifestazioni nel nostro paese. Non interessa a livello nazionale, con le Azzurre che hanno un Mondiale da disputare e siamo ancora qui a chiederci se e come verrà trasmesso, non interessa a livello regionale dove i calendari degli eventi vengo spalmati con la stessa cura con cui si getta la giacca sul divano dopo una giornata di lavoro.

La Femminile Juventus non potrà partecipare alla Fase Nazionale della Coppa Italia Regionale. Una manifestazione di prestigio, che vede la presenza di squadre come Catania e Perugia, che le bianconere si sono conquistate vincendo la Coppa Italia Eccellenza lo scorso gennaio. E perché le ragazze di Stefano Serami non possono andarci? Perché le date scelte sono quelle del 14, 21, 28 maggio e del 3 e 10 giugno, praticamente le stesse dei playoff promozione che la Femminile Juventus può affrontare da protagonista per salire in Serie C.

Salvo la gara di andata dei quarti di finale contro il Torino Women, le altre domeniche coincidono esattamente con il ritorno dei quarti e le eventuali semifinali e finale. Non c’è soluzione se non quella di quella di rinunciare ad una manifestazione di interesse nazionale e che sarebbe stata una grande esperienza per un gruppo tanto valido quanto giovane.

I playoff sono stati spostati a maggio per non sovrapporsi al Torneo delle Regioni. E qui un’altra nota dolente per la società torinese, visto che ben sei calciatrici bianconere sono state convocate in rappresentativa, non consentendo di fatto alla squadra di Serami di potersi allenare decentemente nell’ultimo mese. La seconda squadra con più convocate in Rappresentativa è stata l’Accademia Torino (3).

Il Direttore Generale della Femminile Juventus, Tobia Giordano,  e tutta la società, si sono messi subito in moto per avere risposte dalla Federazione, che le risposte però fatica a darle. Ormai il ‘patatrac’ è fatto. Anche perché quali soluzioni si possono trovare ora ad inizio maggio? Facciamo giocare la Femminile Juventus nel fine settimana i playoff e in settimana la Coppa Italia o viceversa? Qualsiasi soluzione risulterebbe per un motivo o per l’altro un problema per le bianconere.

Va bene così. La Femminile Juventus sarà in ogni caso penalizzata e verranno accampate scuse per giustificarsi e qualche pacca sulla spalla. L’importante è che alla prossima riunione, al prossimo evento, alla prossima serata istituzionale nessuno si azzardi a parlare di quanto è bello il calcio femminile, di quanto forte sia il suo sviluppo. Quale sviluppo non è dato sapersi visto che qualche settore giovanile è nato (comunque pochi) a fronte di sole 20 prime squadre in tutto il territorio piemontese: la Juventus, le tre di Serie C e le appena 16 che hanno terminato il campionato di Eccellenza. Si ripete: 16! E 5 o 6 di queste è già un miracolo che siano arrivate fino alla fine.

Questa è l’ennesima figuraccia che le istituzioni fanno sul calcio femminile, ma almeno una volta lo si diceva apertamente che la cosa non interessava minimamente. Ora vince l’ipocrisia.

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