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Poco più di sessanta persone in Italia ‘valgono’ 197,3 miliardi di dollari, quasi il 9% del Pil. E’ il ritratto dei miliardari vivono nel nostro Paese. In totale, sono 61. Più di quelli della Francia, molto meno di Germania e Regno Unito secondo l’annuale Ubs Billionaire Ambitions Report.
Il numero di ‘paperoni’ rispetto al 2024 è sceso di una unità. Il gruppo, sebbene esiguo e con una leggera perdita sui dodici mesi (-2,5 miliardi), continua a vantare un patrimonio consistente, pari 197,3 miliardi di dollari.
Il rapporto segnala poi come la quota di miliardari nazionali che si sono fatti da sé sia fra le più basse in Europa, segno di ricchezze consolidate da generazioni: i self made men sono solo il 44% contro il 70% del Regno Unito (91 ‘paperoni’) e il 75% dei Paesi Bassi (che però sono scesi a 8 super ricchi).
Rispetto all’Italia sono più ‘statiche’ anche le ricchezze dei 156 miliardari tedeschi (solo il 26% si sono fatti da sé) mentre la Francia – che pure vanta grandi dinastie e importanti gruppi bancari e industriali – conta solo 46 super ricchi, quasi la metà della Svizzera (84).
I ‘paperoni’ francesi possono però consolarsi con un patrimonio assai più consistente degli omologhi italiani: i 46 fortunati controllano asset per ben 508 miliardi, due volte e mezzo superiori a quelli del nostro paese, anche se in un solo anno, il totale è sceso di quasi 68 miliardi, mentre in Germania la crescita è stata di ben 146 miliardi (a quota 692,1 miliardi). Il calo dei paperoni transalpini – si legge – è dovuto principalmente al declino delle fortune delle famiglie con attività nel settore dei beni di lusso (Bernard Arnault e famiglia -23,6% su base annua; Françoise Bettencourt e famiglia -17,9%).
Le cifre europee però impallidiscono rispetto a quanto emerge dal Report per Stati Uniti e Cina. Gli States si confermano come la Mecca dei super ricchi: in un solo anno ne sono stati creati ben 109 e ora il totale dei miliardari è salito a quota 924 con un patrimonio cresciuto in dodici mesi del 18% a quota 6890 miliardi (quasi tre volte il Pil italiano). A Pechino e dintorni, invece, i super ricchi hanno aggiunto 321,4 miliardi di dollari di ricchezza portando il loro patrimonio a 1766 miliardi (+22,2% su base annua) con 70 nuovi ingressi per un totale di 470 miliardari.
Non sorprende – conoscendo l’evoluzione dell’economia cinese – che il 98% di loro sia ‘di nuova generazione’. Una quota record di self made men che si accoppia con il record di uscite dal club (in 24 sono scesi sotto la soglia del miliardo di dollari) segno di un sistema in rapido movimento, dove niente – neanche la ricchezza – può essere dato per scontato.
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