Rosta, dove il calcio profuma di casa: i nuovi campi in sintetico sono un regalo alla comunità

ROSTA. Ci sono luoghi che non sono solo impianti sportivi, ma pagine di una storia collettiva. A Rosta, il centro sportivo di via Ponata è sempre stato questo: un campo dove si cresce, si sogna, si sbaglia e si ricomincia. Oggi, però, quel pezzo di paese cambia pelle. E lo fa con un’opera che non è soltanto un investimento, ma un gesto d’amore verso i giovani e verso lo sport.

I lavori sono agli sgoccioli. Il grande cantiere aperto tre anni fa è diventato un mosaico quasi completo: il nuovo manto in sintetico del campo a 7, il restyling illuminotecnico per l’11 contro 11, il campo da beach volley rinato, le caldaie del PalaRosta rinnovate, il telo a doppia camera che proteggerà attività e allenamenti invernali. E poi, il cuore del progetto: il nuovissimo campo ad 11 in erba sintetica, un gioiello da 1.170.000 euro, reso possibile grazie a fondi del Ministero dell’Interno, della Regione Piemonte e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un traguardo enorme per un Comune piccolo, che ha dovuto bussare a molte porte prima di poter tagliare questo nastro.

Il prossimo 13 dicembre, alle ore 10.30, sarà scritto il capitolo finale: l’inaugurazione. Un momento che non è solo protocollo, ma una festa. Perché questi campi sono un ponte tra passato e futuro: raccontano la fatica di chi ha progettato, costruito, atteso, ma anche l’entusiasmo di chi li userà, dagli allenamenti del vivaio alle sfide della prima squadra del Rosta Calcio.

La verità è che questo impianto non nasce per stupire. Nasce per essere vissuto. Per accogliere i bambini che scoprono il calcio per la prima volta, i ragazzi che inseguono un sogno, gli adulti che trovano in una partita serale un momento di libertà. Nasce per dare un posto sicuro, funzionale, moderno, dove il calcio sia inclusione, relazione, educazione.

Non è stato semplice. Lo sottolinea il Comune, che parla di un percorso complesso, fatto di bandi, attese, documenti, progettazioni. Una sfida che un’amministrazione di piccole dimensioni raramente può permettersi da sola. E proprio per questo, l’opera ha il valore delle cose conquistate insieme: con la pazienza delle famiglie, il supporto della società sportiva, il lavoro dell’Ufficio Tecnico, la fiducia degli enti finanziatori, la collaborazione della LND e del CONI.

Alla fine, dietro ogni metro di erba sintetica ci sono volti, mani, idee. Ci sono mesi di sacrifici, campi in prestito a Caprie, Giaveno, giorni di allenamenti lontano da casa, partite giocate come ospiti in attesa di tornare nel proprio fortino. Oggi quel ritorno è realtà.

Rosta non inaugura solo un campo. Inaugura un nuovo modo di immaginare il proprio futuro sportivo. Un futuro in cui i ragazzi avranno finalmente spazi all’altezza della loro passione. Un futuro in cui allenarsi non sarà più un compromesso, ma un’opportunità.

È romanticamente semplice: questi campi sono un regalo. Un regalo che resterà. Un regalo che parla di identità, di territorio e di una comunità che crede ancora che lo sport sia una casa dove tutti, davvero tutti, possono crescere.


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