Eccellenza, la Luese Cristo verso il ritiro: campionato da riscrivere

Foto Paolo Baratto

ALESSANDRIA. Il destino della Luese Cristo sembra ormai segnato. Nel giro di pochi giorni la società alessandrina è passata dall’essere una delle realtà più discusse e sorprendenti del panorama dilettantistico piemontese all’orlo della scomparsa. Le indiscrezioni, sempre più insistenti, parlano di una squadra ormai destinata a non presentarsi più in campo, con l’addio che potrebbe diventare ufficiale già nelle prossime ore. Per l’Eccellenza piemontese sarebbe l’ennesimo scossone dopo una serie di stagioni segnate da ritiri, esclusioni e fallimenti.

E pensare che l’annata non era cominciata male. Dopo il terzo posto (e la finale di Coppa) targato Lanzafame, l’arrivo in panchina di Salvatore Telesca aveva alimentato speranze e ambizioni da parte alta della classifica. La partenza era stata incoraggiante, ma quello slancio si è spento subito: due giornate appena e l’allenatore è stato allontanato insieme allo staff tecnico. Da lì in poi la squadra si è lentamente sgretolata. I giocatori arrivati in estate hanno iniziato a lasciare il gruppo, mentre attorno alla società si rincorrevano voci sempre più insistenti su problemi economici e gestionali.

Le sostituzioni in panchina si sono succedute senza una direzione precisa. Prima l’ipotesi di un arrivo di Beppe Pisano, poi una breve parentesi con Mino Giuliani, infine il ritorno di Daniel Bresciani, che ha provato a tenere insieme i pezzi guidando un gruppo già fortemente indebolito. Eppure, a livello di risultati, la Luese non era crollata come si poteva temere; anzi, la squadra aveva raccolto punti sufficienti a rimanere nella parte bassa ma non disastrata della classifica.

Il problema non era il campo, ma tutto ciò che gli stava attorno. La società, da anni alle prese con tensioni e ripensamenti, sembrava essere arrivata al capolinea già da ottobre, quando una nuova rivoluzione della rosa aveva confermato un clima interno tutt’altro che sereno. A far precipitare definitivamente la situazione è stata la decisione, ormai certa, di svincolare l’intera squadra nella serata del 2 dicembre. Una mossa che equivale a un abbandono totale del progetto sportivo e che, salvo clamorosi colpi di scena, impedirà alla Luese Cristo di presentarsi già dalla prossima gara casalinga contro l’Acqui.

Se il ritiro dovesse essere confermato, l’Eccellenza si troverebbe improvvisamente con un calendario da riscrivere e una classifica pesantemente modificata. Le partite già disputate contro la Luese verrebbero infatti annullate e molte squadre si ritroverebbero con tre punti in meno, mentre altre ne perderebbero uno. Uno scenario che ricalca da vicino quello già visto nel girone A nella stagione 2024-2025, quando il ritiro della Pro Novara aveva trasformato una competizione regolare in un torneo zoppo, fatto di turni di riposo e classifiche decise a tavolino.

La domanda, adesso, è inevitabile: come può il movimento dilettantistico piemontese proteggersi da vicende che si ripetono con inquietante regolarità? La sensazione è che il problema non sia solo sportivo, ma strutturale. Mentre la Luese Cristo scivola verso l’uscita di scena, il campionato si prepara a un nuovo stravolgimento. E il calcio dilettantistico perde un’altra parte di sé, ancora una volta nel modo più amaro possibile.


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