
ALESSANDRIA. L’Alessandria continua a correre. Lo fa con autorità, continuità e quella naturalezza che solo le squadre davvero forti riescono a mantenere anche nei momenti in cui la pressione aumenta. La vittoria nell’andata dei quarti contro la Pro Villafranca è l’ennesima dimostrazione della solidità del gruppo di Alberto Merlo, protagonista di una stagione che, fin qui, ha pochi eguali per efficacia e maturità.
I Grigi sono a un passo dalle semifinali, anche se al Villa Park tutto può ancora succedere e nessuno, in casa Alessandria, si sogna di considerare chiuso il discorso qualificazione. Ma la sensazione è chiara: questa squadra sa cosa vuole e sa soprattutto come ottenerlo.
Nel frattempo il campionato l’ha già consacrata come capolista. Primo posto, distacchi significativi e una costanza mai vista negli ultimi anni. In un girone B tra i più competitivi e imprevedibili della storia recente, l’Alessandria si è presa il ruolo di riferimento, la squadra da battere, quella che impone ritmo e identità, quella che raramente sbaglia l’approccio alle partite.
Eppure dalle parti del Mocca non c’è aria di trionfalismi. La memoria è fresca: il passo falso con la Pro Villafranca in campionato, la caduta casalinga contro il Fossano, gli imprevisti sempre in agguato in un torneo dove ogni dettaglio può cambiare la corsa. Merlo e i suoi lo ripetono da settimane: la stagione è lunga, difficilissima, piena di insidie.
Ma è altrettanto vero che il sogno double non è mai stato così vicino. Il ritorno in Serie D è un obiettivo concreto, una possibilità reale. E la Coppa Italia è lì, a portata di mano, una competizione che l’Alessandria sta vivendo con la fame e l’ordine delle grandi squadre.
Se questo gruppo riuscirà a tenere insieme testa, gambe e spirito, allora l’immagine della squadra che alza due trofei a fine stagione non sarà più un esercizio di fantasia. Sarà la naturale conclusione di un percorso che, oggi, ha tutto per essere memorabile.
