
ROMENTINO. Che fine ha fatto il Novaromentin? È la domanda che molti tifosi e addetti ai lavori si stanno ponendo da settimane. Dal secondo posto della scorsa stagione all’ultimo posto dell’attuale campionato, il passo è stato drammaticamente breve. La pesante sconfitta contro il Sestri Levante ha certificato uno dei crolli più clamorosi degli ultimi anni nel girone A di Serie D: la squadra novarese è oggi il fanalino di coda, con numeri che testimoniano un cambiamento radicale rispetto alla brillante annata precedente.
Un tracollo in parte prevedibile, viste le tante modifiche estive, ma non a questi livelli. La squadra fatica a trovare identità, ritmo e continuità, e ogni errore pesa come un macigno in un campionato da 18 squadre dove non c’è margine per respirare: un passo falso può costare il gruppo di metà classifica, due possono trascinare nel baratro della zona playout.
Ma il Novaromentin non è l’unica “big” in difficoltà. Poco più avanti si muove con fatica anche la Sanremese, reduce da una stagione da protagonista e oggi costretta a guardarsi alle spalle più che avanti. Ancora più sorprendente era stato l’avvio dell’Imperia, un’altra realtà storica di questa categoria, partita con il freno a mano tirato prima di rialzare la testa solo nelle ultime giornate.
Tre nobili che stanno vivendo una stagione complicata, mentre altre squadre, sulla carta meno attrezzate, stanno trovando continuità e coraggio, ribaltando le gerarchie iniziali.
È il segno di un girone A mai così equilibrato, duro, imprevedibile, dove una striscia positiva può cambiare completamente la prospettiva e una negativa può trascinare negli inferi in un attimo. E mentre Novaromentin, Sanremese e Imperia provano a trovare la bussola, il resto del campionato corre veloce.
