Andrea Musacchio 
ASTI. Tre vittorie nelle ultime quattro partite tra campionato e Coppa Italia: numeri che raccontano meglio di qualsiasi parola il momento dell’Asti, finalmente tornato protagonista dopo un avvio complicato. La squadra di Camillo Cascino sembra aver trovato equilibrio e fiducia, e il successo di domenica contro la Sanremese dell’ex Fabio Fossati ha confermato la crescita costante dei galletti.
Un successo pesante, non solo per il prestigio dell’avversario, ma anche per ciò che rappresenta in classifica: i biancorossi si trovano ora a quattro punti dal quarto posto, con diverse squadre racchiuse in pochi punti e una sensazione chiara – l’Asti è tornato a fare sul serio.
La svolta. Dopo un inizio altalenante, le due vittorie consecutive contro il Novaromentin (prima in campionato e poi in Coppa) hanno segnato il cambio di passo. Da quel momento, la squadra ha iniziato a esprimersi con maggiore consapevolezza, mostrando compattezza difensiva, concretezza e soprattutto un’identità chiara.
La vittoria contro la Sanremese, arrivata in un momento difficile per i liguri, è stata anche un segnale di maturità: l’Asti ha saputo soffrire, colpire al momento giusto e gestire la gara con lucidità, aspetti che nelle prime settimane erano mancati.
Ora arriva il primo vero esame. Domenica, l’Asti farà visita al Varese, quarta forza del campionato, reduce dalla pesante sconfitta contro il Vado. Una sfida che rappresenta un test di altissimo livello: fino ad ora, contro le big, i galletti non hanno raccolto punti. Le sconfitte con Vado, Chisola e Biellese pesano, e questa gara può dire molto sulle reali ambizioni della squadra.
L’obiettivo. Cascino e i suoi sanno che il cammino è ancora lungo, ma la sensazione è che qualcosa si sia definitivamente sbloccato. L’Asti ha ritrovato compattezza, entusiasmo e soprattutto la consapevolezza di poter stare stabilmente nella parte alta della classifica.
Contro il Varese servirà una prestazione di carattere, ma anche la serenità di chi sa di avere finalmente un’identità solida. Perché i galletti, adesso, sembrano pronti a volare davvero.