
TORINO. La Juventus apre la stagione 2025/26 con un monte ingaggi complessivo stimato in 126,5 milioni di euro lordi, secondo soltanto all’Inter, che guida la classifica di Serie A con 139,2 milioni. Un dato che segna un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo biennio: dopo le stagioni di tagli mirati e contenimento voluti da Giuntoli, i bianconeri sono tornati a spendere per consolidare la rosa e puntare di nuovo in alto.
Vlahović ancora il più pagato, David subito dietro. Il più pagato in casa Juve — e uno dei più costosi dell’intero campionato — è ancora Dušan Vlahović, che percepisce 22,2 milioni di euro lordi, un ingaggio che pesa fortemente sui conti e che, salvo sorprese, verrà eliminato a fine stagione. Dietro di lui, il nuovo acquisto Jonathan David, arrivato dal Lille con un contratto fino al 2030 da 11,1 milioni lordi.
Completano la top five Bremer (9,25 mln), Openda (7,4 mln) e Conceição (7,03 mln), tutti simboli di una Juventus che ha investito su giovani di livello internazionale. A ridosso dei big, Locatelli (6,11 mln) e Koopmeiners (5,9 mln) rappresentano la spina dorsale del centrocampo di Igor Tudor, che percepisce a sua volta oltre 4 milioni annui.
Sorprende la posizione di Kenan Yıldız, ormai punto fermo della squadra ma fermo a 2,96 milioni, molto lontano dai top player: un segnale che il suo rinnovo e adeguamento contrattuale sono solo questione di tempo.
L’Inter resta la più “cara” della Serie A. Nonostante il rientro della Juventus tra le big spenders, l’Inter resta al vertice per monte ingaggi, con 139,2 milioni. La società nerazzurra, dopo anni di successi sotto Inzaghi, ha puntato su rinnovi pesanti per trattenere i suoi pilastri — Lautaro, Bastoni, Calhanoglu, Barella — e sugli acquisti a parametro zero come Thuram, riducendo il costo dei cartellini ma aumentando quello degli stipendi.
Alle spalle delle milanesi troviamo Roma (111,9 mln) e Napoli (111,7 mln), appaiate ma con strategie differenti: i giallorossi in fase di transizione sotto la gestione Gasperini, mentre i campioni d’Italia hanno alzato di circa 30 milioni il monte ingaggi per dare profondità a una rosa ambiziosa ma corta.
Più staccate Milan (sotto i 100 milioni), Bologna (intorno ai 50 milioni, nonostante la crescita europea) e Sassuolo, protagonista di un mercato sostenibile. In coda, Lecce e Pisa, simboli di gestione oculata e virtuosa.
Juventus, tra passato e futuro. Negli anni pre-Giuntoli la Juventus era la regina degli stipendi, con monte ingaggi spesso superiori ai 200 milioni. La gestione del dirigente campano aveva ridimensionato la spesa, puntando su una rosa più sostenibile. Ma l’avvio del nuovo corso, segnato dall’arrivo di David, Koopmeiners e Conceição, ha riportato i bianconeri ai vertici della Serie A anche sul piano economico.
Un ritorno alla spesa “mirata”, che guarda sì alla sostenibilità, ma senza rinunciare alla competitività. La Juventus resta dietro all’Inter, ma conferma la volontà di tornare protagonista dentro e fuori dal campo.