(Adnkronos) – Mentre Israele resta in attesa degli ultimi 19 corpi degli ostaggi rapiti da Hamas – che accusa di non voler restituire, violando così l'accordo siglato in Egitto -, dagli Stati Uniti arriva il duro monito del presidente Donald Trump al movimento palestinese sulle uccisioni di massa in corso a Gaza. Intanto il ministro della Difesa israeliana annuncia una 'linea gialla' per la Striscia. Ci sarà una chiara demarcazione per la 'linea gialla' nella Striscia di Gaza. E' quanto annuncia Israele. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha reso noto di aver dato istruzioni alle forze israeliane (Idf) avviando le attività per il collocamento di 'segnali' lungo la linea che è stata indicata come riferimento per la prima fase del ritiro graduale delle Idf. L'obiettivo, riporta il Times of Israel, è fare in modo che sia molto chiara l'area sotto controllo militare. Un'immagine diffusa su X da Katz ricorda i barili blu della linea di demarcazione nel sud del Libano. Per Katz, i paletti serviranno come monito per "i terroristi di Hamas e gli abitanti di Gaza" perché "a ogni violazione o tentativo di superare la linea si risponderà con il fuoco". "Se Hamas continua ad assassinare persone a Gaza – ha scritto il tycoon sul social Truth – non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli". Facendo riferimento ai video circolati in rete, il presidente americano ha detto che "questo non fa parte dell'accordo". Intanto l'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ribadisce l'impegno dell'amministrazione Usa perché tutti i corpi degli ostaggi ancora detenuti a Gaza vengano restituiti. "Perseguiremo l'obiettivo della restituzione dei corpi dei defunti finché non torneranno tutti a casa. E sono fiducioso che torneranno tutti a casa", ha affermato durante un evento presso l'US Holocaust Memorial Museum di Washington, in occasione del secondo anniversario dell'attacco di Hamas del 7 ottobre. Witkoff ha sottolineato il ruolo fondamentale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel garantire un cessate il fuoco la scorsa settimana, che ha portato al rilascio di tutti i rapiti ancora in vita. "Il presidente Trump ha capito qualcosa che la maggior parte dei leader dimentica: che la chiarezza morale senza forza non significa nulla, ed è proprio questa combinazione di convinzione e potere che ha salvato delle vite", ha detto l'inviato statunitense. Negli ultimi giorni dei colloqui a Sharm el-Sheikh, all'inizio di questo mese, i paesi mediatori sono riusciti a convincere "Hamas che tenere i restanti 20 ostaggi non era più un vantaggio. Era una loro responsabilità, e hanno iniziato a crederci", ha aggiunto Witkoff. Da Israele arrivano intanto nuove accuse ad Hamas, che trattiene ancora 19 salme degli ostaggi e "crediamo che non vogliano restituirle, ma tenerle per usarle" a loro favore, come hanno fatto in precedenza con i vivi. Allo stesso tempo, ''Hamas compie esecuzioni di massa di palestinesi nella Striscia di Gaza, perché non parliamo di questo?", ha chiesto ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar intervenendo ieri all'undicesima edizione dei Med Dialogues a Napoli. ''Hamas non rispetta l'accordo", ha poi proseguito il capo della diplomazia israeliana affermando che ''uno dei punti fondamentali del piano di pace è il disarmo di Hamas''. In ogni caso, ha aggiunto, ''io non conto su Hamas, io conto su Trump''. Israele ha intanto condiviso informazioni di intelligence sulla posizione di alcuni corpi dei rapiti deceduti nella Striscia, ha riferito un funzionario israeliano citato dalla Cnn, sottolineando che "in coordinamento con gli Stati Uniti e i mediatori, Israele sta esercitando pressioni per completare la fase di restituzione di tutti i corpi nelle mani di Hamas". Finora Hamas ha restituito i resti di nove ostaggi deceduti, sostenendo di aver consegnato tutti quelli di cui ha potuto disporre. Le Idf hanno aperto il fuoco su "sospetti" nella zona di Hebron, ieri, dopo un lancio di pietre contro i militari. L'esercito israeliano ha risposto con queste parole all'articolo del Times of Israel che parlava di un bambino di 11 anni ucciso a colpi d'arma da fuoco dalle truppe israeliane nel villaggio di al-Rihiya, a sud di Hebron, nella Cisgiordania meridionale. "Ieri, durante un'attività operativa nella zona di al-Rihiya, si sono verificati disordini e lanci di pietre contro le forze dell'Idf", ha dichiarato l'esercito. "Le forze hanno risposto sparando contro i sospettati che avevano lanciato pietre e che sono stati identificati". L'esercito non ha riconosciuto direttamente le notizie secondo cui un bambino di 11 anni sarebbe stato ucciso, affermando solo che "l'incidente è sotto inchiesta" e che nessun militare è rimasto ferito. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità Nazionale Palestinese, la piccola vittima, identificata come Mohammad Bahjat Al-Hallaq, stava giocando a calcio nel cortile di una scuola con un gruppo di amici quando i soldati hanno aperto il fuoco su di loro. È stato colpito al bacino ed è stato trasportato d'urgenza in ospedale in condizioni critiche, dove è stato dichiarato morto.
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