
AVIGLIANA. Avigliana piange Giandonato Bava, 80 anni, uomo di sport, d’impresa e di vita. È morto al CTO di Torino nel tardo pomeriggio di venerdì 10 ottobre, dopo giorni di lotta in seguito al grave incidente in cui era rimasto coinvolto il 6 ottobre mentre si allenava sulle strade di San Gillio.
Bava non era soltanto un appassionato di ciclismo: era un viaggiatore dell’anima, uno di quei rari uomini che in sella alla propria bicicletta riuscivano a trasformare la fatica in libertà. Da sempre legato alla sua Avigliana, era una figura amatissima nel mondo dei cicloamatori piemontesi, dove la sua tenacia e la sua gentilezza erano diventate un punto di riferimento.
Amava raccontare che ogni viaggio in bici non è mai una fuga, ma un ritorno: a sé stessi, ai propri limiti, al silenzio della natura. E forse è per questo che le sue imprese hanno sempre avuto il sapore dell’infinito. Come la NorthCape4000, la straordinaria avventura che lo vide pedalare per 4.500 chilometri, attraversando undici nazioni fino a Capo Nord, il punto più estremo d’Europa. Solo, senza assistenza, con la forza delle gambe e quella, ancora più grande, dello spirito.
Oggi chi lo ha conosciuto lo ricorda con la stessa ammirazione di allora: un uomo capace di unire determinazione e leggerezza, disciplina e sogno, silenzio e sorriso.
La comunità ciclistica piemontese lo saluta come si salutano i veri campioni: con rispetto, gratitudine e un nodo alla gola.
Perché Giandonato Bava non smetterà mai davvero di pedalare: continuerà a farlo, invisibile e libero, lungo le strade che amava di più, quelle che portano sempre un po’ più in alto.