GRUGLIASCO – In questi giorni, complice l’eco mediatica degli Europei femminili, si è tornati a parlare di calcio femminile in lungo e in largo. È emerso con chiarezza – se ancora non fosse stato chiaro- un dualismo che rappresenta, in sé, un vero e proprio ossimoro: da un lato, la Nazionale maggiore e la Serie A vivono un momento di crescita e visibilità; dall’altro, il mondo dilettantistico femminile continua a navigare in acque agitate, faticando a trovare stabilità e progettualità.
Paolo Di Gloria, allenatore dell’Under 19 dell’Accademia Torino, è intervenuto ai microfoni di Piemonte Sport non solo per raccontare l’ottima stagione vissuta dalle sue ragazze, ma anche per proporre una riflessione profonda sullo stato dei settori giovanili femminili in Italia.
“Ho iniziato ad allenare l’U19 lo scorso anno, prendendo in mano un gruppo inizialmente in difficoltà – racconta Di Gloria – Nonostante ciò, siamo riusciti a conquistare la Coppa Piemonte, un risultato che ha dato fiducia all’ambiente. Quest’anno, con l’inserimento delle ragazze del 2007, siamo riusciti a dare maggiore continuità al lavoro, sia dal punto di vista tecnico che di squadra.”
Il tecnico granata ha poi analizzato i punti chiave della stagione appena conclusa, spiegando la sua visione del gruppo e del lavoro quotidiano.
“Credo fortemente nel valore del collettivo: un gruppo coeso può raggiungere traguardi importanti. Ho cercato di integrare al meglio le annate 2006 e 2007, puntando su coesione e senso di appartenenza.
Le ragazze hanno dimostrato di voler essere guidate, di apprezzare regole e limiti chiari. Questo ha fatto la differenza nei momenti cruciali.Dopo la prima, storica vittoria contro il Torino, la squadra ha acquisito consapevolezza delle proprie potenzialità: hanno capito che, con impegno e metodo, si può davvero arrivare lontano.”
A chi potrebbe pensare che si tratti solo di belle parole, Di Gloria risponde con i fatti, citando anche il valore educativo delle sconfitte.
“Abbiamo raggiunto la semifinale nazionale nel nostro primo girone. Lì, purtroppo, abbiamo avuto un calo. Ma il nostro motto è: “O si vince o si impara”. Ogni partita, anche una sconfitta, deve diventare occasione per migliorare e non ripetere gli stessi errori. Avremo tempo per analizzare la partita e, di conseguenza, crescere e acquisire maggiore consapevolezza.”
Infine, Di Gloria ha voluto porre l’accento sull’importanza di un settore giovanile strutturato e sulla necessità di avere una visione a lungo termine per lo sviluppo del calcio femminile. L’Accademia Torino è infatti considerata una delle realtà meglio organizzate a livello giovanile nel panorama torinese.
“Il nostro lavoro parte da lontano: costruiamo dal basso, dall’U10 all’U19, con l’obiettivo di creare una prima squadra composta prevalentemente da ragazze cresciute nel nostro vivaio. Siamo partiti con 30 iscritte, oggi superiamo le 200. L’idea è quella di strutturare un settore femminile forte e completo, capace di autoalimentarsi.
Nel calcio femminile, non possiamo sempre dare la colpa all’esterno: serve visione e progettualità. Dobbiamo imparare a investire, pianificare e lavorare con responsabilità per far crescere davvero questo movimento. Non condivido la scelta di puntare tutto solo sulla Prima Squadra, tralasciando il settore giovanile. Credo – e come società crediamo – che lo sviluppo del calcio femminile debba partire dalle bambine. Offrire loro uno spazio in cui crescere, divertirsi e sviluppare il proprio talento è il primo passo per costruire, in futuro, una prima squadra competitiva.”
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