Out of the pitch, intervista a Giovanni Albanese: “Juventus, emergenza difesa e il futuro di Vlahovic. Ecco cosa aspettarsi”

Per la rubrica di “Out of the pitch” abbiamo intervistato Giovanni Albanese, giornalista de La Gazzetta dello Sport e di Sportitalia. Di seguito le dichiarazioni.

Nello scorso weekend, le squadre sono state soggette alla sosta per gli impegni delle Nazionali. Proprio in tale occasione, la Juventus ha purtroppo perso per infortunio anche Cabal. Cosa potrebbero fare i bianconeri in difesa nel corso della sessione di gennaio?

“Credo non basti un solo difensore che, comunque, la Juventus avrebbe acquisito dopo l’infortunio occorso a Bremer. Credo ne occorrano almeno due, uno dei quali mancino proprio per sopperire all’assenza del colombiano che sarà lunga come quella del brasiliano. In questo momento mi aspetto almeno un giocatore che conosca le dinamiche del calcio italiano perché dovendo inserire un elemento nuovo a gennaio, secondo me, potrebbero fare questo tipo di scelta affinché possa entrare subito nelle rotazioni. Poi, magari si può pensare a qualche prestito in prospettiva però mi aspetto almeno un difensore di esperienza. Circa gli svincolati, non mi risulta ci si stia puntando. Vedo la società più orientata sul mercato di riparazione. Certo è che, in questo periodo, occorrerà fare di necessità virtù”.

Prima della sosta, la Juventus ha affrontato il derby della Mole e lo ha vinto. Cosa ha apprezzato maggiormente della squadra guidata da Thiago Motta?

“A me è piaciuta la gestione sul lungo periodo perché, a differenza delle prime giornate dove la Juventus dava la sensazione di uscire dalle partite, secondo me il derby lo ha giocato bene al netto del primo quarto d’ora della ripresa dove ci sono da riconoscere meriti al Torino. Ma, il derby, la squadra lo ha giocato bene e lo ha gestito 90’. Questo rappresenta già una crescita palese che non è scontata, anche perché le assenze hanno un peso e l’allenatore è stato bravo a responsabilizzare i giovani che si sono trovati ad avere un ruolo superiore che magari non ipotizzavamo ad inizio stagione”.

Sponda Torino, che ha avuto una partenza sprint in questa stagione con l’arrivo di Vanoli, come vede ha visto la squadra nel derby?

“Il Torino ha giustamente patito l’infortunio di Duvan Zapata. Avere la certezza di un attaccante, di un riferimento dentro l’aria di rigore avversaria ti fa giocare in funzione di quella certezza. I granata stanno faticando a trovare la strada del gol. Poi, se a ciò aggiungiamo anche l’assenza di Adams e altre situazioni come Vlasic che non era al 100%, possiamo dire che il Torino non ha vissuto un momento fortunato. Tuttavia, l’assenza di Zapata per la squadra di Vanoli pesa come pesa quella di Bremer per la Juventus”.

Nel derby sono andati a segno Weah e Yildiz. Si aspettava l’impatto avuto dal primo nel mondo juventino?

“Credo Weah abbia trovato le condizioni giuste grazie alla definizione del ruolo che gli ha disegnato Thiago Motta perché lo scorso anno avevamo la sensazione di un giocatore non definito, anche perché la Juventus lo aveva ingaggiato per fare il quinto di centrocampo. Questa stagione, da attaccante esterno, mi pare stia rendendo di più e stia facendo quello che ci aspettavamo per riconoscergli un ruolo da potenziale titolare. Oggi penso possa dirsi un titolare della squadra, al netto delle rotazioni che devono esserci. Se vogliamo è il giocatore che è tornato più utile date le assenze che ci sono state all’esterno dell’attacco e al centro dell’area”.

Kenan Yildiz: il numero 10 è una maglia pesante. Senza far paragoni con Alessandro Del Piero, rivede qualcosa di lui nel turco? Che carriera si aspetta?

“Credo che stia dimostrando di essere un ragazzo di talento in mano all’allenatore giusto per esplodere calcisticamente. Serve pazienza affinchè possa fare dei necessari passaggi di crescita per reggere sempre di più la pressione che c’è alla Juventus. Il numero 10 è importante ma io credo che si debba anche riconoscere il motivo che portato il club ad affidarla a lui. E’ stato un riconoscere un percorso di un giovane che la Juventus ha formato nel settore giovanile, che ha lanciato in seconda squadra e che oggi è nelle condizioni di poter diventare un simbolo di una valorizzazione dei giovani che il club fa e vuole fare anche attraverso questo tipo di segnali.

Non possiamo paragonarlo ai grandi fuoriclasse della storia bianconera, sarebbe scorretto. Possiamo però capire qual è l’ambizione del club nel metterlo al centro del progetto e qual è il potenziale tecnico del giocatore cha ha tutte le qualità per diventare sempre più di riferimento per la squadra”.

Domani, sabato 23 novembre, si giocherà Milan-Juventus. Chi si aspetta possa “svoltare” il match da un lato e dall’altro?

“Potrebbe essere un duello tutto portoghese, con Leao da una parte e Conceiçao dall’altra. Io mi auguro possa essere anche un duello azzurro perché ritengo che, in questo momento, nella Nazionale italiana ci siano giocatori importanti e che in prospettiva possono sicuramente far bene in tutti i contesti. Credo che la Juventus, in questo senso, abbia qualcosina di più rispetto al Milan però il duello che mi aspetto maggiormente è quello tra i due portoghesi”.

In estate Pierre Kalulu è passato dal Milan alla Juventus. Si aspettava questo suo impatto in bianconero?

“Sono sincero, non mi aspettavo un impatto così importante da parte sua. Lo avevo incrociato nei primi giorni e avevo capito che si trattasse di una persona molto seria e dedita al lavoro. Però, considerando che nella passata stagione aveva giocato poco, non mi attendevo un impatto così importante. Invece, c’è stato ed è stato positivo. Credo che sia una certezza della Juventus in questo momento.

La scorsa estate era anche un’incognita sulla tenuta fisica ma ad oggi mi pare l’unica garanzia vera che ha Thiago Motta per la fase difensiva se consideriamo che Gatti sta facendo un percorso di crescita che non è semplice date le tante richieste dell’allenatore, che talvolta possono mettere un po’ in difficoltà, e se teniamo conto che Danilo fatica un po’ a rientrare nelle rotazioni.

Dunque, credo che Kalulu stia andando contro ogni aspettativa: per quanto ci fosse convinzione verso di lui, penso che non fosse facile immaginare una costanza simile. Credo sia uno dei riferimenti principali della squadra sino ad oggi”.

A proposito di mercato: cosa potrebbe succedere in uscita a gennaio in casa Juventus? Pensando, ad esempio, a giocatori come Danilo, Arthur e Milik.

“Arthur parrebbe poter tornare in Brasile alla riapertura del mercato, fermo restando che magari potrebbero aprirsi anche delle piste europee. La Juventus sembrerebbe aver intenzione di cederlo perché non pare rientrare nei piani. Su Danilo, il discorso è più ampio: è vero che il suo contratto è in scadenza ma non ha mai mostrato la volontà di andar via e ancor meno a metà stagione. E’ una persona molto seria. Date le assenze di Bremer e Cabal, non credo che il club possa fare a meno di lui. Circa Milik, se la Juventus riuscirà ad avere garanzie da lui, potrebbe evitare di piazzare un colpo in attacco nella sessione di riparazione. E’ una questione, però, da affrontare più avanti”.

A proposito di attaccanti, il contratto di Dusan Vlahovic scade il 30 giugno 2026. Secondo lei, come andrà avanti la questione?

“In assenza del rinnovo, la prossima estate andrà ad un anno dalla scadenza e a quel punto la Juventus potrebbe essere costretta a cederlo per non perderlo a zero. Fino a qualche settimana addietro, sapevo che si stava cercando di trovare un’intesa attraverso degli incontri che ci sono stati e altri dovrebbero esserci entro la fine dell’anno. Se la società raggiungesse l’accordo con Vlahovic, anche semplicemente per il prolungamento di un anno di contratto, si potrebbe abbassare drasticamente l’ammortamento e magari si potrebbe spostare il beneficio di quelle somme sul mercato di gennaio. Negli ultimi giorni, però, non ci sono state novità e quindi la questione appare “congelata”.

E’ nell’interesse della Juventus che tutto si possa risolvere entro fine anno, al peggio si andrà verso la primavera per cercare di blindare la sua posizione. Diversamente, ci si potrebbe ritrovare nella condizione in cui ci si ritrovò con Federico Chiesa nella scorsa estate. Vlahovic, dal canto suo, ha sempre mostrato la volontà di restare in bianconero ma naturalmente la questione contrattuale ha un peso. Dovesse rinnovare, dovrebbe accettare un ridimensionamento come è capitato ad altri nel corso degli ultimi anni”.

La redazione di Piemonte Sport ringrazia Giovanni Albanese per la disponibilità mostrata.


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