Out of the pitch, Juventus e Torino viste dal match analyst Michele Tossani

Per la rubrica Out of the pitch abbiamo parlato di Juventus e Torino con Michele Tossani, match analyst e collaboratore del Quotidiano di Puglia, de Il Foglio e di Tuttosport. Di seguito le sue dichiarazione sulle due squadre.

La Juventus ha cambiato allenatore in estate, chiudendo il ciclo Allegri e aprendo quello targato Thiago Motta. Quali sono i cambiamenti che le balzano maggiormente all’occhio dal punto di vista tattico?

La squadra di Allegri era una di quelle che cercava di controllare la partita, controllando lo spazio ossia difendendosi bassa per ripartire in contropiede. Soprattutto, la sua “seconda Juventus” non aveva più i difensori per difendersi dentro l’area e infatti faceva fatica; in avanti si basava molto, ad esempio, sul talento individuale e sulle capacità di corsa dei singoli. La squadra di Thiago Motta, invece, fa un gioco diverso cercando di controllare il match controllando il pallone. A volte è una partita fin troppo controllata ma si cerca di inserire tutti i giocatori dentro ad un contesto tattico dove gli stessi hanno la propria libertà ma all’interno di principi di gioco ben definiti.

Nel corso del nono turno si è assistito al derby d’Italia tra Inter e Juventus. Che lettura tattica conferisce al match disputato dalla Vecchia Signora?

Secondo me, la Juventus è uscita meglio dal derby d’Italia disputatosi contro l’Inter. Ha subito 3 dei 4 gol su piazzati e quindi la fase difensiva in gioco aperto è venuta meno soltanto in occasione della rete di Mkhitaryan. I bianconeri hanno poi segnato 4 gol. Io penso che sia stata una partita particolare, estemporanea. Ma, come detto, credo che la Juventus per tutti questi motivi ne sia uscita meglio rispetto all’Inter anche se ha fatto più fatica quando i nerazzurri, nel secondo tempo, hanno alzato la linea di pressione.

Come la Juventus, anche il Torino ha iniziato un nuovo percorso insieme a Vanoli. Cosa nota di diverso rispetto agli anni passati in cui i granata erano allenati da Juric?

Vanoli ha cambiato tutto rispetto a Juric. L’allenatore croato faceva un calcio aggressivo dove la fase offensiva era sostanzialmente derivante da quella difensiva, quindi pressione alta, uno contro uno a centrocampo, grande aggressività. Il Torino di Vanoli è più controllato, non ha paura di abbassare la prima linea di pressione, che può agire anche con transizioni più lunghe. E’ una squadra che cerca di costruire dal basso, quindi di avere un maggior controllo del pallone. In particolare, le due mezzali Ilic e Ricci sono chiamate a gestire maggiormente la palla e anche ad inserirsi di più in avanti mentre prima erano essenzialmente bloccate, impiegate in compiti difensivi.

Secondo lei, cosa potrebbero fare le due squadre per rendere più efficace la manovra offensiva e innescare maggiormente i propri attaccanti?

La Juventus dovrebbe un po’ “stappare” i suoi giocatori offensivi quindi non limitarli soltanto a passare la palla ma dovrebbe cercare di dar loro ancora più libertà negli ultimi 30 m di campo e soprattutto dovrebbe chiamare i giocatori dalla trequarti in su a svolgere funzioni che sono più proprie per loro. Ad esempio, Nico Gonzalez non può restare largo a fissare l’ampiezza ma deve venire dentro l’area di rigore perché li è letale. Ancora, Koopmeiners non può allargarsi, Yildiz dovrebbe partire centrale e non esterno. Per quanto riguarda il Torino, c’è un problema anche di qualità dei singoli perché la perdita di Zapata incide parecchio sulla fase offensiva della squadra. In questi casi, l’unica cosa da fare è cercare di sviluppare più gioco, creare più gol e sfruttare maggiormente i piazzati.

Quale apporto può, secondo lei, può fornire tatticamente Teun Koopmeiners alla Juventus?

Koopmeiners è un tuttocampista e dovrebbe essere impiegato soltanto nella zona centrale del campo e quindi sia in costruzione, che in fase di sviluppo e di rifinitura, magari andando anche al tiro. E’ un giocatore associativo, gli vanno costruite le linee di passaggio attorno però dovrebbe essere sfruttato nei corridoi centrali del campo.

 Il Torino ha ceduto Buongiorno al Napoli in estate e ha ingaggiato Coco. Come valuta le prestazioni della difesa granata sotto la guida di Vanoli?

La difesa del Torino, compreso Saul Coco, era partita bene ma nelle ultime partite sta lasciando parecchio a desiderare. Credo che con la partenza di Buongiorno la squadra si sia indebolita parecchio a livello difensivo.

La redazione di Piemonte Sport ringrazia Michele Tossani per la disponibilità mostrata.

 

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