Out of the pitch, le parole di Marco Baridon su Juventus e Torino: domani torna la Serie A

TORINO – Per la rubrica Out of the pitch abbiamo raccolto le dichiarazioni del Direttore di Juventusnews24.com, Marco Baridon. Ecco cosa ci ha detto circa Juventus e Torino.

Il pareggio contro il Cagliari, arrivato prima della sosta dovuta agli impegni per le Nazionali, ha lasciato un po’ di amaro in bocca nell’ambiente bianconero. Secondo lei, cosa non è andato nel match tra la Juventus e i sardi?

La partita contro il Cagliari non è andata come la Juventus si aspettava perché la squadra voleva una vittoria prima della sosta. Gli uomini di Thiago Motta volevano dare un po’ di continuità a quello che è stato un filotto di successi tra il campionato, vedi il match contro il Genoa, e con il Lipsia in Champions League. E’ stato un match dal copione diverso rispetto alle gare precedenti. Difensivamente, la Juventus ha concesso qualcosa di più, lasciando un po’ più di spazio al Cagliari per ripartire e trovare qualche contropiede che ha messo in difficoltà i bianconeri. Va detto che la retroguardia doveva anche riassestarsi dopo la perdita per infortunio di Bremer.

In fase offensiva, la Juventus non è riuscita a capitalizzare alcune occasioni ed è forse mancata un po’ anche la giocata decisiva di alcuni singoli per poter chiudere il match, perché sull’1-0 la squadra ha costruito una manovra importante senza però riuscire a concretizzare le azioni e quella che è stata l’idea finale per poter appunto arrivare in area e rendersi pericolosa con i suoi uomini offensivi. Secondo me è stato un po’ questo il doppio filone negativo della partita contro il Cagliari, dunque una difesa che ha concesso qualcosa in più e una fase offensiva che ha avuto difficoltà a concretizzare quanto prodotto.

Dusan Vlahovic: spesso si parla del serbo, per alcuni delizia e per altri meno. Contro la squadra di Nicola ha trasformato il penalty del momentaneo vantaggio bianconero ma, nel secondo tempo, non è riuscito a sfruttare una ghiottissima occasione. Lei che idea si è fatto del numero 9, specie sotto la guida di Thiago Motta: lo vede cambiato in termini tecnico-tattici e caratteriali?

Vlahovic in questo momento è il capocannoniere della Juventus, i numeri non mentono. Bisogna partire innanzitutto da questo per fare un’analisi su di lui. Ha segnato 7 gol totali in stagione: 2 doppiette in Serie A contro Hellas Verona e Genoa più il gol al Cagliari. In Champions League ha siglato la doppietta contro il Lipsia. Thiago Motta punta fortemente su di lui. Lo ha voluto anche difendere dalle critiche che ci sono state in alcuni momenti in cui il serbo non riusciva a trovare la via del gol.

Per lui è un leader positivo, lo ribadisce. Per l’allenatore è anche un trascinatore per il gruppo, si allena tanto e duramente. Sta migliorando molto nell’intesa con i compagni e anche individualmente. Per il gruppo è importante vedere un giocatore di questo calibro avere un ruolo importante in campo e fuori. A livello mentale è questo lo step che sta facendo il numero 9 e sul quale sta lavorando.

Le qualità non si discutono e in campo sta migliorando anche sotto il profilo mentale e psicologico: a mio dire questo gli permetterà di fare la differenza e di scalare gradini sino a diventare quel top player che la Juventus ha acquistato. Sta diventando sempre più leader in campo e nello spogliatoio e deve fare, appunto, questo step di crescita senza buttarsi giù se il gol non arriva. Deve mantenere lucidità e concentrazione per tutta la gara, senza uscire da essa se magari la rete non arriva. Le qualità in area come attaccante con il suo mancino, i colpi di testa, la sua presenza, il suo peso specifico in area di rigore, ribadisco, non si discutono. Sta lavorando sul ruolo da leader per prendersi sulle spalle la Juventus in tutti i momenti, indipendentemente dal gol. Tuttavia, quando segna si nota che ha maggiore serenità.

La Vecchia Signora ha disputato una prova molto positiva nella partita di Champions League contro il Lipsia. Tuttavia, in termini di infortuni, in quella gara ha pagato un conto salatissimo. Oltre a Nico Gonzalez, i bianconeri hanno perso Gleison Bremer che dovrà stare a lungo fuori per via della lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Come valuta, sino ad oggi, il percorso del brasiliano nel nuovo corso targato Thiago Motta e, secondo lei, la Juventus farà qualche intervento sul mercato a gennaio per tamponare la sua assenza?

Parto da un presupposto: per me Gleison Bremer è nella classifica dei top 5 difensori al mondo. E’ cresciuto tantissimo sotto tutti i punti di vista: rappresenta un leader tecnico della squadra, un trascinatore, trasmette tranquillità ai compagni. Ricordo che da quando è arrivato alla Juventus ha sbagliato soltanto il match perso dalla Juventus contro il Napoli nel 5-1rimediato nella stagione dello scudetto vinto dai partenopei. Per il resto è sempre stato impeccabile in ogni partita e contro ogni attaccante, a parte con Osimhen in quella che ho citato.

Un giocatore di livello internazionale, che fa la differenza e che la fa fare anche agli altri perché giocandogli accanto si può avere più tranquillità e un modo di difendere in sinergia con lui solido, granitico. Aver subito zero gol con lui in campo fa capire la sua importanza. La sua assenza sarà chiaramente un deficit a cui la Juventus dovrà far fronte. La coppia Kalulu-Gatti conferisce comunque garanzia. Il primo sta facendo molto bene in bianconero. Il francese si era un po’ perso dopo la vittoria scudetto del Milan dove era stato molto importante per i rossoneri. I due dovranno raccogliere la leadership difensiva di Bremer.

A gennaio credo che comunque la Vecchia Signora muoverà qualcosa in difesa, anche per rimpolpare il reparto. Non ci saranno esborsi importanti ma si cercherà qualche occasione, tenendo occhio ai conti. Bremer alla Juventus è considerato un top player. Come ha detto Thiago Motta in conferenza stampa, adesso tutti dovranno dare qualcosa in più così come avrebbe fatto lui se qualcuno avesse subito lo stesso infortunio. Tutto il reparto e la squadra nel collettivo dovranno contribuire per sopperire all’assenza del brasiliano“.

A proposito di Champions League, dopo l’impegno casalingo in Serie A contro la Lazio, la Juventus affronterà il match europeo contro lo Stoccarda. Ad oggi, i bianconeri sono a punteggio nella competizione (6 punti, vittorie contro PSV Eindhoven e Lipsia). Che gara di aspetta contro i tedeschi?

Abbiamo visto la miglior versione della Juventus di Thiago Motta in Europa, sia all’esordio che nel match di Lipsia. Quest’ultima, a mio dire, è stata sin’ora la miglior partita stagionale dei bianconeri per gioco proposto, per cuore, mentalità, per voglia di andare a vincerla contro le avversità di vario tipo. E’ stata, forse, la partita simbolo della nuova rinascita della Juventus. Quindi la Champions League è il palcoscenico in cui la squadra ha fino ad ora fatto vedere le cose migliori e dove ha anche espresso un calcio diverso rispetto al campionato. Non credo esista una Juventus di coppa e una di campionato: è sempre la stessa. Tuttavia in campo europeo, fino a questo momento, le prestazioni sono stato l’esempio di quelli che sono i principi, l’idea tattica di Thiago Motta.

Contro lo Stoccarda, mi aspetto una partita da Champions League. I tedeschi sin’ora hanno perso contro il Real Madrid e hanno pareggiato con lo Sparta Praga. Dunque avranno voglia di riscatto e di dare una sterzata al loro cammino. Di contro, la Juventus avrà la volontà di continuare il suo percorso e di mettere un altro mattoncino utile alla qualificazione diretta alla prossima fase. L’occasione migliore per farlo è davanti ai propri tifosi in un match in cui i bianconeri hanno tanta qualità da mettere in mostra, anche se l’avversario non è da sottovalutare.

Demirovic e Undav, i due capocannonieri dello Stoccarda, sono assolutamente da tenere d’occhio. Il secondo è tornato ad allenarsi coi compagni in questi giorni e dovrebbe scendere in campo nel weekend in Bundesliga contro il Bayern Monaco. Per i tedeschi è un recupero molto importante. Attenzione anche ad El Bilal Tourè che lo scorso anno abbiamo visto a spezzoni tra le fila dell’Atalanta.

Restando sempre in quel di Torino ma andando sulla sponda cittadina granata, la squadra di Vanoli è partita bene anche se nelle ultime partite ha rimediato qualche stop. Si aspettava tale avvio?

Non sono sorpreso dal Torino di Vanoli perché lui ha fatto un lavoro molto importante con il Venezia quindi mi aspettavo un allenatore che in Serie A avesse le sue idee e la sua filosofia di gioco. L’impatto è stato subito importante per lui. Infatti ha portato sin dal principio il suo credo e ha concesso ai granata di avere un ruolino di rilevo in avvio, con undici punti nelle prime cinque partite. C’è stato uno stop prima della sosta, con tre sconfitte consecutive che hanno un po’ ridimensionato la classifica comunque straordinaria del Torino che viaggiava nelle prime posizioni. Però resta una stagione, secondo me, sopra le aspettative. Ciò va a sottolineare come il lavoro quotidiano di tutti stia dando i suoi frutti e stia portando ad avere un impatto importante sulla Serie A. Sono convinto che i granata potranno continuare a dire la loro in quest’annata.

 Il 9 novembre la Juventus e il Torino si affronteranno nel Derby della Mole: ad oggi, che partita prevede? Chi, secondo lei, in campo potrebbe cambiare le sorti della stracittadina, da una parte de dall’altra?

Manca ancora parecchio al Derby della Mole e, in questo lasso di tempo, possono succedere diverse cose. Tuttavia mi aspetto una Juventus che recupererà alcune pedine importanti per arrivare ancor più completa alla stracittadina. Penso, ad esempio, a Koopmeiners, Nico Gonzalez, McKennie che al momento hanno qualche problema fisico ma che dovrebbero tornare gradualmente a disposizione di Thiago Motta.

Mi aspetto un derby equilibrato, tra due allenatori che vogliono imporre la propria idea di gioco, di calcio, che vogliono dominare la partita. Sarà sicuramente una sfida equilibrata, perché i derby lo sono sempre. Prevarrà chi riuscirà a costruire la partita a suo modo e riuscirà a portarla a termine secondo quanto preparato. Sarà una gara a scacchi e, secondo me, si deciderà in base a come i giocatori in campo interpreteranno la partita e dalle scelte che metteranno in pratica i due allenatori.

Si ringrazia Marco Baridon per la disponibilità mostrata con la redazione di Piemonte Sport.

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