BUENOS AIRES – In un calcio smosso dalla rincorsa al denaro, esistono ancora storie che riescono a farci ricordare che, questo sport, si è nutrito di amicizia, rispetto, abbracci di gioia o consolatori, facendo sognare e appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo. L’eterna amistad, come cita la frase simbolo della fratellanza tra il Rivel Plate e il Torino, riesce a farci assaporare, anche solo per un istante, quegli antichi valori su cui il calcio si è fondato, immergendoci in turbine di nostalgia e malinconia per un calcio che, molto probabilmente, non vivremo mai. Un’amicizia, che pone le sue fondamenta nel lontano 1949, abbracciando una storia che va oltre lo sport, ma riunisce un pezzo importante della storia italiana e argentina; una storia, nella quale il calcio appartiene ancora al popolo.
Un legame, quello tra Italia e l’Argentina, raccontato nelle pagine di storia, nei racconti dei propri abitanti e che pone le sue radici tra il 1871 e il 1900, con l’inizio dei primi flussi migratori dal bel paese verso l’oltremare.
Un viaggio, che ha unito i nostri popoli in milioni di vesti, sino ad abbracciare la medesima passione per il calcio, o meglio: il fùtbol.
In questo intreccio indissolubile che unisce due paesi così lontani, ma così vicini, il River Plate e il Torino trovano spazio in questa storia incontrandosi, per la prima volta, il 26 maggio 1949: esattamente ventidue giorni dopo il tragico incidente aereo che coinvolse la squadra del Grande Torino, in quel drammatico “fato che li vinse”.
Una crepa profonda che, ancora oggi, è impossibile rimarginare nella storia della città di Torino e del calcio italiano.
Un evento, che ha scosso non solo la nostra nazione, ma che giunse a toccare i cuori anche oltreoceano, in quella patria a noi cara, desidera e così sognata decenni prima. Il 23 maggio 1949, il River Plate parte da Buenos Aires e dopo 34 ore di volo, atterra a Roma dalla quale, inizia il viaggio per Torino. Il 26 maggio 1949, gli argentini disputeranno allo Stadio Comunale di Torino un’amichevole contro i grandi nomi della Serie A del tempo, riuniti in memoria di quel Grande Torino recentemente scomparso.
Una partita, entrata nel cuore non solo dei tifosi, ma anche dalle due società che, da quel momento, creeranno un legame che perdurerà nel tempo, sino ai giorni nostri.
Un legame, creatosi per un destino beffardo quanto surreale, ma che ha dato vita a una tipologia di amicizia che va oltre il semplice gemellaggio. Un’amicizia, di cui poeti e filosofi hanno parlato sin dall’antichità, e di cui il grande Aristotele definiva come “rara” ma, laddove vi fossero stati i presupposti, sarebbe stata perfetta. Un legame che, oggi, lega i colori del River Plate al tipico colore granata del Torino nella scelta della seconda maglia del club.