Dal campo alla panchina: il viaggio di Davide Lanzafame tra sogni, attese e una nuova sfida all’orizzonte

TORINO – Sono trascorsi diversi mesi da quando, con la “maglia” del Borgaro, Davide Lanzafame ha sollevato il trofeo per la vittoria del girone A di Eccellenza. È stato il suo primo titolo da allenatore, alla sua prima esperienza in Italia. Nel frattempo, Lanzafame ha conseguito il patentino UEFA A, un traguardo importante che ha condiviso con nomi illustri come Samir Handanovic, solo per citarne uno. Questo obiettivo rappresentava il suo primo grande traguardo della stagione, e ora attende con pazienza la prossima chiamata per tornare in panchina. La voglia di allenare è tanta, ma per Lanzafame l’aspetto tecnico viene prima di tutto. Quale occasione migliore, dunque, per fare il punto della situazione pochi giorni dopo l’inizio del campionato? Dalla Serie D all’Eccellenza, passando per la Promozione, l’ex giocatore di Juventus e Parma ha dimostrato di essere preparato su tutti i fronti.

Davide Lanzafame (Fonte foto: Borgaro Nobis FB)

Innanzitutto, complimenti per il patentino UEFA A. Direi di partire dalla Serie D: Vado e Varese hanno pareggiato alla prima giornata, ma per molti (o quasi tutti) sono le grandi favorite. Come la vedi?

“Grazie mille. Penso che Vado, Varese e Chisola siano le favorite per la vittoria del girone A. Subito dietro metterei l’Asti, che potrebbe essere considerata l’outsider, viste le acquisizioni importanti. Infine, in quinta posizione, vedo il NovaRomentin: la proprietà è solida e vorranno sicuramente fare bene, anche se, ad oggi, li piazzo un gradino sotto le prime quattro.”

La lotta per non retrocedere è sempre entusiasmante e piena di colpi di scena. Sei d’accordo?

“Condivido. Credo che ci saranno 6 o 7 squadre coinvolte nella lotta salvezza. Tra queste metto le tre neopromosse piemontesi – Borgaro, Fossano e Saluzzo – oltre a Chieri, Gozzano, Oltrepò e Cairese. Saranno loro a giocarsi la permanenza.”

Molti sostengono che il girone A di Serie D sia il meno competitivo dei 9 totali. È davvero così?

“Ho avuto modo di confrontarmi con allenatori e corsisti del Sud Italia, e devo dire che gli investimenti al Centro e Sud sono molto diversi rispetto a quelli del girone A. In Piemonte le squadre lavorano con budget più ridotti e puntano molto sui giovani. È un dato di fatto, ma ciò non toglie che tutti i gironi della Serie D siano competitivi, compreso il girone A.”

Parliamo un po’ di te. A maggio hai vinto il campionato con il Borgaro, e ora hai ottenuto il patentino UEFA A. È innegabile che il campo ti manchi, ma sembra che le cose stiano andando nella direzione giusta, o sbaglio?

“Sono molto onesto: il mio obiettivo principale era ottenere il patentino UEFA A. È ovvio che, per chi è abituato a stare in campo, lo spogliatoio manchi, ma credo sia importante non forzare le cose. Accettare una proposta sbagliata potrebbe portare a risultati negativi, e non è quello che voglio. A Borgaro si era chiuso un ciclo, mentre il contatto con la Luese non si è concretizzato.”

Considereresti una chiamata a stagione in corso?

“Assolutamente sì. Se il progetto è valido, perché no? Sarebbe una nuova esperienza, più difficile, ma stimolante. In queste settimane voglio guardare quante più partite possibili per rimanere aggiornato e pronto a tornare in panchina.”

Passiamo all’Eccellenza, girone A. Lo scorso anno l’hai vinto tu: la Biellese è la grande favorita?

“Direi proprio di sì. Hanno una squadra molto forte e quest’anno non possono fallire. Sono stati fatti investimenti importanti e, inoltre, la Biellese è una piazza che merita categorie superiori. Aggiungo anche la Pro Eureka, che ha fatto tre acquisti di livello dal Borgaro – Tindo, Benassi e Papagno – che hanno sicuramente alzato il livello della squadra. Mi incuriosisce anche il Baveno Stresa.”

E per il girone B?

“Nel girone B vedo favorito il Cuneo, che ha fatto investimenti molto importanti, a partire da Ponsat.”

Hai citato due squadre con molta storia in Eccellenza. In Promozione c’è un girone che vede protagoniste squadre altrettanto storiche come FC Alessandria, Casale e Novese. Cosa ne pensi?

“Sì, c’è tanta storia, ma i campionati vanno vinti sul campo. La maglia, lo stemma e la storia contano fino a un certo punto: la chiave è saper calarsi nella parte e mettere da parte il passato. La piazza può essere un fattore sia positivo che negativo, soprattutto quando i risultati non arrivano, perché la pressione aumenta.”

Recentemente un Lanzafame è tornato a segnare. Sto parlando di tuo nipote, Luca: che effetto ti ha fatto?

“È stato bello. Luca è un giocatore interessante, ha la testa giusta e credo che potrà fare bene in futuro. Quest’estate ha fatto una preparazione importante e il Vanchiglia è un ambiente perfetto per lui. È una squadra giovane, con margini di crescita. Spero che riesca a trovare la giusta continuità per crescere ulteriormente.”


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