PARIGI – C’è qualcosa di romantico nel vedere le persone realizzare i propri sogni: anni di sacrifici, lacrime e sconfinata passione, sono la cornice perfetta che ci ha fatto innamorare, ancora una volta, delle Olimpiadi.

Le emozioni olimpiche riescono a suscitare in ognuno di noi quella voglia di sostenere i nostri atleti a tutti i costi, in una foga collettiva che ci fa urlare, gioire e piangere di fronte allo schermo: sensazioni, che solo lo sport può evocare, uniche e irripetibili, nella loro essenza primordiale così pura, ma anche così brutale.

Le Olimpiadi di Parigi si sono ufficialmente concluse domenica 11 agosto 2024, aprendo il countdown per Los Angeles 2028; questi Giochi, segnati da polemiche e perplessità, ci hanno regalato momenti indimenticabili grazie agli insegnamenti di vita che i nostri atleti azzurri ci hanno trasmesso, nel bene e nel male.

Benedetta Pilato, con il suo quarto posto, ci ha insegnato che un centesimo di secondo non definisce un fallimento. Da quella che alcuni potrebbero chiamare “sconfitta”, ha saputo trarre forza per ripartire e sognare ancora più in grande.

Rossella Fiamingo, Federica Isola, Alberta Santucci e Mara Navarria, con la conquista dell’oro nella spada femminile a squadre, ci hanno dimostrato che anche quando l’obiettivo sembra lontano, non è mai finita fino all’ultima stoccata.

Filippo Macchi, con l’argento individuale nel fioretto maschile, ci ha mostrato che, nonostante alcune decisioni altrui possano rivelarsi sbagliate, è fondamentale gioire di ciò che si è conquistato.

Lorenzo Musetti, Jasmine Paolini e Sara Errani, rispettivamente con il bronzo nel singolare maschile e con l’oro nel doppio femminile di tennis, ci hanno insegnato che non importa quante volte si fallisca, si può vincere anche dopo un secolo di tentativi (letteralmente).

Alice D’Amato e Manila Esposito, ci hanno fatto capire che anche i più forti possono essere sconfitti, e che è proprio da quelle sconfitte che si cresce e si migliora fino alla conquista del podio.

Nadia Battocletti, con l’argento nei 10 chilometri femminili, ci ha dimostrato che la vita può cambiare i nostri piani inaspettatamente, conducendoci verso strade nuove e imprevedibili che, alla fine, si rivelano vincenti.

Gianmarco Tamberi, capitano della delegazione azzurra, ci ha insegnato che se il destino può riservare strade gloriose per alcuni , per altri i finali sono decisamente più amari ma essi, nonostante tutto, non cancellano quanto ottenuto sino a quel momento.

Julio Velasco e le sue straordinarie ragazze, con l’oro nella pallavolo, ci hanno mostrato che i fantasmi del passato non devono essere motivo di incubi, ma stimoli per raggiungere la vetta tanto ambita.

In sintesi, i nostri atleti ci hanno insegnato che attraverso lo sport si possono trasmettere lezioni di vita profonde, capaci di ispirare e far riflettere. Ogni vittoria, ogni sconfitta, ogni sacrificio è parte di un percorso più grande, fatto di sogni, speranze e un’inesauribile determinazione.

 

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